Tokyo: Bacosi spari d’argento, “per chi ha battuto Covid”

Diana Bacosi mostra la medaglia d'argento
Diana Bacosi mostra la medaglia d'argento. (ANSA)

TOKYO. – Una medaglia fortemente voluta, dopo un anno difficile. É rimasta a un piattello dall’oro, ma l’amarezza dura un attimo. Diana Bacosi era una delle certezze della spedizione italiana a Tokyo, perché nel suo sport, il tiro a volo, è un’eccellenza del panorama internazionale, e l’obiettivo, nemmeno tanto nascosto, era di bissare la vittoria olimpica di Rio.

Poi è arrivata la pandemia che, come dice Diana, “ha messo in ginocchio gli italiani” e ha creato tantissime difficoltà per allenarsi anche agli atleti di vértice come lei.

Ma alla fine la voglia di ripresa è stata più forte di tutto, e adesso Diana festeggia una medaglia d’argento conquistata al termine di una sfida bellissima, persa per un piattello (56-55), contro l’americana Amber English.

Una nel cui successo ai Giochi c’è tanto d’Italia, visto che prima di partire per il Giappone si è allenata a lungo nel Tav Umbriaverde, vicino Todi. “É il made in Italy che trionfa, in questo sport anche a livello di impianti e di aziende”, chiosa il presidente della Fitav Luciano Rossi.

La Bacosi, intanto, la prende con filosofia perché “nello sport succede di perdere per uno scarto minimo – commenta – e anche se avrei voluto l’oro non ho rimpianti: in gara ho dato tutto ciò che avevo”.

“Adesso provo una grande emozione  – aggiunge – e voglio dedicare questa medaglia a tutti gli italiani, perché è stato un anno difficilissimo. La pandemia ci ha messo in ginocchio, ma noi italiani siamo stati capaci di rialzarci, nella vita e nello sport. Sono felicissima, e voglio abbracciare tutti coloro che in Umbria e Toscana, ne sono certa, hanno tifato per me”.

Per lei, nonostante i sacrifici, la classe e la mira infallibile, l’approccio ai Giochi non è stato facile. “Dal punto di vista sportivo in questo anno ho avuto varie difficoltà – spiega – ma il nostro ct Andrea Benelli mi ha tirato fuori dal momento nero e mi ha portato fino a questo argento”.

C’è una dedica anche per la compagna battuta nel 2016 nel duello finale per l’oro e oggi solo 20/a, Chiara Cainero: “non era in finale, ma nel mio cuore sì, perché con lei ho condiviso questi anni di avvicinamento a Tokyo”.

Dopo Rio la Bacosi si concesse una visita a Trigoria per incontrare Francesco Totti, ma era più un atto di amore materno che dettato dalla passione. “Mio figlio è romanista, con quella maglia regalata dal capitano realizzai un suo sogno”, racconta.

Ora però, dopo l’argento in Giappone, vorrebbe riavvicinarsi al calcio in veste da tifosa: “sono milanista, e visto che qui sono stata brava e che vengo da Citta’ della Pieve dalla città di Draghi (è nata a Città della Pieve ndr) vorrei prendermi un caffè con Ibrahimovic,  e poi me lo porto al campo di tiro, visto che lui è un appassionato di caccia e pesca”.

In attesa di questo premio particolare si gode l’argento e consola il collega uomo Tammaro Cassandro.

Il tiratore di Capua arrivava in Giappone da vicecampione del mondo, ma anche da esordiente ai Giochi e dopo una fase eliminatoria perfetta in finale lo ha tradito l’emozione: “proprio così”, ammette dopo aver pianto per un sesto posto di cui avrebbe fatto volentieri a meno.

L’oro dello skeet uomini è andato al fuoriclasse americano Vincent Hancock, il Messi o CR7 del tiro a volo, che vinse il suo primo mondiale nel 2005 a 16 anni e che alle Olimpiadi aveva già trionfato a Pechino e Londra. É un figlio d’arte, suo padre è un apprezzato tecnico,  e ora si godrà il successo tra la Florida e il Texas.

Ma in questa gara più che Hancock, che fa notizia se non vince, ha fatto la storia il kuwaitiano Abdullah Al Rashidi, falconiere mdegli emiri come lavoro principale e tiratore per diletto, che ha avuto allenatori italiani prima di diventare tecnico lui stesso.

Oggi, alla sua settima Olimpiade, si è preso il bronzo a 57 anni e 11 mesi, bissando Rio dove gareggiò come atleta neutrale e indossando la maglia dell’Arsenal perché il Kuwait era stato squalificato dal Cio. Nella giornata in cui, nello skateboard, l’oro e all’argento sono andati a due tredicenni, lui dimostra che c’è spazio anche per i vecchi.

(dell’inviato Alessandro Castellani/ANSA).