Pensioni e ammortizzatori, al via tavolo con Orlando

Anziani in attesa in un ufficio Inps di Napoli in una foto d'archivio.
Anziani in attesa in un ufficio Inps di Napoli in una foto d'archivio. ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. –    Pensioni, ammortizzatori sociali, sicurezza sul lavoro e green pass. Questi i tre piatti del menú che ministro del Lavoro e sindacati sono pronti ad assaggiare al tavolo convocato ormai da oltre una settimana, in un clima che in questi giorni si preannuncia ad alta temperatura per il governo sul fronte delle riforme (dal fisco alla giustizia alla concorrenza): il 6 agosto infatti il green pass sarà obbligatorio per alcune attività, il ciclone Covid ha ripreso a soffiare, e l’economia sia pure in ripresa teme la fragilità di questa baby-spinta.

Di assaggio si dovrebbe infatti trattare quello che riguarderà le pensioni, dal momento che l’ordine del giorno sembra piuttosto generico, in quanto dedicato a un ampio “stato della previdenza”.

Quindi si tratta sostanzialmente di un primo step pensato più per aprire il dialogo – e un calendario di incontri lungo una road map da dedicare alla gestazione degli interventi – che per entrare nel vivo dei contenuti di una possibile riforma.

Di sicuro Andrea Orlando ha una sua idea, rivelata in diverse occasioni: quella di guardare alle future generazioni in chiave di prospettiva e di crescita per il mercato del lavoro; rispetto a quella di Cgil, Cisl e Uil che invece chiedono maggiore flessibilità in uscita.

Il vero nodo è superare la fine di quota 100, tenendo presente che ci si ritroverebbe con la base della legge Fornero (l’ex ministra del governo Monti, nel frattempo, è stata richiamata anche Palazzo Chigi a far parte del team di consulenti ed esperti).

La fine di quota 100 – che ha permesso il pensionamento anticipato di 253mila persone – bussa alla porta a fine anno: la misura (almeno 62 anni di età e 38 di contributi per l’uscita anticipa dal lavoro) lascerà il posto al pensionamento di vecchiaia a 67 anni come strada principale, a parte la possibilità di uscire con 42 anni e 10 mesi di contributi.

Ma la flessibilità chiesta dai sindacati (in uscita dopo 62 anni di età, 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica) è stata già bocciata dai conti dell’Inps perché troppo costosa (oltre 9 miliardi a fine decennio).

In generale l’idea del governo – al di là dell’esito del primo incontro sulla previdenza – è di valutare più che altro piccoli aggiustamenti; invece Cgil, Cisl e Uil immaginano una proposta organica.

La sfida – che secondo il governo non può guardare soltanto nella direzione dell’anticipo della pensione – si porta dietro la riforma degli ammortizzatori sociali, anche se quest’ultima dovrebbe avere la precedenza.

La questione dovrebbe infatti essere arrivata alle battute finali. Il testo è atteso per la fine del mese, almeno secondo gli annunci che si sono trascinati nel tempo.

Eppure ancora non c’è certezza, sia per l’evoluzione dell’emergenza Covid sia per il “peso” mancante in termini di coperture economiche.

Agli ammortizzatori sono stati già destinati 1,5 miliardi risparmiati con la sospensione del cashback; e anche se completamente cancellato non basterebbe per una cassa integrazione per tutti. Intanto l’interlocuzione con il ministero dell’Economia prosegue fitta. Le organizzazioni dei lavoratori però attendono novità, e di sicuro – vista la crono-scadenza ravvicinata – sarà un tema a cui il tavolo di confronto, pur se convocato su altro, dedicherà più di qualche minuto.

I sindacati potrebbero sfruttare l’incontro anche per provare a fare un bilancio sullo sblocco dei licenziamenti: il patto chiuso a fine giugno – ragionano da tempo evocando la piazza – non sarebbe infatti stato rispettato nei capitoli essenziali, visto i dossier di crisi che si sono accumulati dall’inizio del mese.

Maggior protezione e sicurezza, il welfare sociale – oggi più che mai – non può non guardare in faccia la realtà, perché il Covid ancora non si ferma, e anzi apre un altro fronte: lavoro e green pass. Dal 6 agosto saranno legati in un binomio indissolubile, soprattutto dove viene richiesto contatto con il pubblico, o no?.

Il tema è in cima alle cose da fare; sul punto Orlando ha intenzione di richiamare le parti sociali (la data ancora non è stata stabilita), e portare avanti lo stesso método con cui si è giunti ai protocolli per la sicurezza nei luoghi di lavoro (per i quali si potrebbe pensare anche un’ipotesi di aggiornamento), con un occhio alla curva dei contagi e alla crescita dei vaccini, e tenendo in considerazione i dati scientifici e le indicazioni del Cts.

(di Tommaso Tetro/ANSA).

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