ROMA. – Presa a calci in testa e subito al tappeto, dopo appena 44 secondi. È il riassunto del breve e violento debutto olimpico dell’atleta del taekwondo di Tonga, Malia Paseka.
La prima combattente donna della sua piccola nazione sul tatami contro i migliori atleti olimpici al mondo.
Ma Paseka ha ribadito sul fatto che è stato “un piacere e un onore”, dopo aver lasciato la Makuhari Messe Hall ieri senza essere riuscita a durare un singolo round nei -67kg femminili.
Una storia simile a quella del pugile venezuelano della squadra olimpica dei rifugiati, Eldric Rodriguez, crollato a terra dopo appena 1 minuto e 7 secondi della prima ripresa contro l’avversario dominicano Martinez, senza nemmeno avere il coach al suo angolo.
La storia di Paseka però vive di una seconda chance: tornata sul tatami per competere a un ripescaggio contro l’egiziana Wahba, la tongana è durata più di un minuto prima che l’arbitro intervenisse. “Non ho mai sperimentato certi livelli prima”, ha detto.
“Ma anche se non ho fatto così bene è un tale piacere, un tale onore. A casa sono la migliore, sono abituata a vincere. Ma oggi ho continuato a essere colpita. Sono orgogliosa di ciò che ho fatto. Non sono molti quelli che arrivano alle Olimpiadi. Continuavo a cadere a terra e continuavo a rialzarmi. Ho perso i match, ma mi considero una vincitrice solo per essere qui. Il mio viaggio è appena iniziato”.
Il suo obiettivo è ora quello di riuscire a raggiungere il suo allenatore a Brisbane, in Australia. “Ho cercato di motivare più donne possibile nel mio Paese a fare taekwondo – ha concluso – Quindi essere qui a Tokyo come prima donna spero possa avere una certa influenza”.