Arrivano i primi 25 miliardi, Draghi completa la regia Recovery

La conferenza stampa congiunta del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen negli Studi di Cinecittà in occasione dell'approvazione del Pnrr.
La conferenza stampa congiunta dell'allora Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen negli Studi di Cinecittà in occasione dell'approvazione del Pnrr. (Ufficio Stampa e Comunicazione della Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Pnrr Academy per insegnare ai tecnici le nuove regole sugli appalti sostenibili, consultazioni pubbliche per gli investimenti Italia a 1 Giga e Italia 5G, Portale unico per il reclutamento di professionisti ed esperti. I ministeri vogliono farsi trovare pronti quando arriverà, forse già verso la fine di questa settimana, l’anticipo da 25 miliardi dei fondi europei.

E per completare la struttura di governance il premier Mario Draghi in settimana dovrebbe istituire anche la segreteria tecnica, che accompagnerà i lavori della cabina di regia politica e sarà operativa fino al 2026 superando, quindi, la durata stessa dell’esecutivo.

Per ricevere i fondi l’Italia, come gli altri Paesi Ue, dovrà sottoscrivere due accordi – uno per i prestiti (loan) e uno per i finanziamenti a fondo perduto (grant) – che precedono l’erogazione vera e propria e che potrebbero essere firmati entro la fine della settimana.

Contestualmente Bruxelles dovrebbe staccare l’assegno che vale il 13% delle risorse per la ripresa destinate all’Italia, 191,5 miliardi nei prossimi 5 anni che arriveranno solo a fronte dei progressi effettivi nella realizzazione del piano.

Intanto il premier firmerà due dpcm che istituiranno da un lato la segreteria tecnica e dall’altro il tavolo permanente “per il partenariato economico sociale e territoriale” che terrà il filo diretto con parti sociali, enti locali ma anche il mondo della ricerca e della società civile.

Nella segreteria siederanno figure tecnico-finanziarie che avranno il compito di supportare sia la cabina di regia politica – presieduta dal premier e che ancora non si è mai riunita – sia il tavolo con le parti sociali. Sempre alla segreteria spetterà anche preparare i dossier sui casi a rischio intoppo per cui si profili la necessità di utilizzare i poteri sostitutivi.

Il piano infatti deve andare spedito e rispettare il cronoprogramma pena il rischio di perdere i fondi agli appuntamenti di verifica con Bruxelles. Incassata la prima tranche il primo vero test sarà verosimilmente a inizio del prossimo anno quando andranno mostrati risultati concreti per continuare a ricevere i fondi.

I primi impegni, comunque, saranno facilmente rispettati anche perché gli impieghi per il 2021 sono quasi tutti su progetti precedenti già avviati, con le risorse europee che andranno a sostituire fondi nazionali. L’anticipo nel 2021 sarà distribuito in oltre 120 progetti, alcuni già partiti a fine 2020.

Le spese si aggirano attorno ai 14 miliardi: tra le voci più consistenti il programma Transizione 4.0, cioè gli incentivi a sostegno della transizione digitale per le imprese (oltre 1,7 miliardi) e il rifinanziamento del Fondo Simest (1,2 miliardi), mentre oltre un miliardo andrà ai Comuni per la messa in sicurezza del territorio e l’efficienza energetica degli edifici pubblici.

In attesa che arrivino i fondi sono pronte a scattare anche le prime assunzioni legate al Pnrr, dai 120 ingegneri che si occuperanno della sua attuazione dal Mims (il bando è stato pubblicato in Gazzetta sabato, le domande si possono fare fino al 29 agosto) ai 1000 esperti che, in virtù del decreto Reclutamento che sta per essere chiuso con il voto finale del Senato, andranno a supportare le amministrazioni locali.

Alla ripresa dopo la (mini) pausa estiva il governo dovrà però correre per rimettersi in pari con le riforme: oltre a concorrenza e fisco, in stand by, il cronoprorgamma prevede anche la revisione delle norme anticorruzione (che andava a dire il vero fatto entro giugno) degli incentivi alle imprese (entro settembre), e poi entro dicembre la riforma del processo civile e penale della giustizia tributaria ma anche semplificazioni in materia ambientale, e una serie di riforme legate all’istruzione, da quella degli Its alle modalità per il reclutamento degli insegnanti.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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