Tute degli astronauti in ritardo, in forse la missione Luna

Passeggiata spaziale di un astronauta.
Passeggiata spaziale di un astronauta. (ANSA)

ROMA. – Il ritorno dell’uomo sulla Luna dovrà aspettare ancora un po’, molto probabilmente. Il 2024, anno previsto per la missione Artemis, gestita dalla Nasa con anche la collaborazione dell’Agenzia spaziale europea (Esa), dovrà essere riprogrammato per via dei ritardi accumulati dall’agenzia americana nel realizzare le tute di nuova generazione per le attività extra-veicolari.

A mettere nero su bianco la situazione è il rapporto dell’Ispettorato generale (Oig) della Nasa, organo messo in piedi per fornire una valutazione indipendente. “Per via dei ritardi nello sviluppo delle tute spaziali, non è realistico per la Nasa portare gli uomini sulla Luna nel 2024”, si legge nel documento pubblicato il 10 agosto.

“L’attuale programma della Nasa è di produrre le prime due tute spaziali di nuova generazione, chiamate Exploration Extravehicular Mobility Unit (xEMU), per novembre 2024, ma l’agenzia sta affrontando diverse difficoltà nel raggiungere questo obiettivo”, continua il rapporto. Le attuali tute spaziali vengono indossate a turno tra gli astronauti nello spazio, ma sono state progettate 45 anni fa per gli shuttle della Nasa.

“Ora bisogna svilupparne di nuove per le esigenze di sicurezza ed efficienza delle future missioni nello spazio”, rileva il documento. Difatti sono ben 14 anni che la Nasa sta lavorando alle nuove tute ma nonostante un prototipo già pronto dal 2019 e un investimento di 420 milioni di dollari, le xEmu ad oggi non hanno ancora raggiunto gli standard di sicurezza necessari per essere utilizzate nello spazio.

Uno dei principali ostacoli da risolvere, secondo il rapporto, sono i costi: “Nonostante siano stati spesi quasi 200 milioni di dollari tra il 2008 e 2017 per il loro sviluppo, l’agenzia è rimasta indietro, e dal 2017 ha speso altri 220 milioni per lo sviluppo delle tute spaziali, e prevede di investirne altri 625,2 milioni”. Oltre ai costi che lievitano, c’è anche un ritardo di 20 mesi nella progettazione, verifica e test, “dovuti ai deficit di finanziamento, l’impatto della pandemia e i problemi tecnici”.

Secondo l’ispettorato le prime due tute non saranno pronte, nella migliore delle ipotesi, prima di aprile 2025, “momento in cui la Nasa avrà speso oltre un miliardo di dollari per tale obiettivo”. Oltre alle tute, a rallentare la tabella di marcia ci sono anche i ritardi nello sviluppo del sistema di lancio Space Launch System, della capsula Orion che porterà l’equipaggio dalla Terra verso la Luna, e nello sviluppo dello Human Landing System, il veicolo di allunaggio.

Ritardi in questo caso dovuti alla battaglia legale tra l’azienda vincitrice SpaceX e le sconfitte Blue Origin e Dynetics: una situazione che ha congelato il contratto destinato all’azienda di Elon Musk. E proprio quest’ultimo, sempre su Twitter, ha offerto la collaborazione della sua azienda per realizzare una possibile tuta spaziale, scrivendo: “SpaceX potrebbe farlo se necessario”.

Ma questo non è l’unico indizio di una possibile collaborazione commerciale con la Nasa per le tute xEmus. Ad aprile infatti l’agenzia aveva pubblicato una richiesta di informazioni, in cui si proponeva una nuova strategia, in cui cambiare modello e acquistare i servizi per le tute spaziali da partner commerciali, anziché realizzarle al proprio interno”.

(di Adele Lapertosa/ANSA)

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