CGIE, perché le elezioni dei Comites vanno rinviate

Screenshot della conferenza stampa Cgie.
Screenshot della conferenza stampa Cgie.

MADRID – Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, rappresentato dal suo presidente Michele Schiavone, dalla consigliera del Comitato di Presidenza, Eleonora Medda, e dalla Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni Extraeuropei, Silvana Mangione, ha convocato una riunione, via zoom, con la stampa per spiegare le ragioni per cui si considera necessario un rinvio delle elezioni dei Comites, prevista per il prossimo 3 dicembre, con la presentazione delle liste entro il 3 settembre.

Schiavone ha sottolineato che la realtà attuale comporterà una ridotta partecipazione alle urne, e di conseguenza darà un’erronea percezione dell’interesse dei connazionali verso i propri organi rappresentativi e in generale verso il voto e verso l’Italia.

Varie sono le cause che potrebbero sfociare in quella che la Vice Segretario per i Paesi Anglofoni Extraeuropei, Silvana Mangione, ha denominato “uno sfascio totale”. In primis la situazione di emergenza che ancora si vive nel mondo a causa della pandemia che, lungi dal diminuire, continua ad imperversare con le nuove varianti.

Il Segretario Generale del Cgie, Michele Schiavone

Le restrizioni di movimento che ancora sono in vigore in alcuni paesi renderebbero molto complicata non solo la partecipazione al voto ma anche la conoscenza dei candidati che, sempre a causa della pandemia, hanno dovuto ridurre i contatti diretti con le proprie comunità ormai da più di un anno. Altra perplessità causa l’inversione di opzione che richiede all’elettore di manifestare l’intenzione di voto tramite una iscrizione presso i Consolati. Voluto in un primo momento dal governo Monti, ratificato poi dal governo Renzi, questo passo che dovrebbe precedere il voto vero e proprio, a giudizio dei dirigenti del CGIE va necessariamente abolito per evitare un ulteriore crollo dei votanti. Altri problemi messi sul tappeto sono la carenza del personale consolare che, come ha ben sottolineato il Presidente Schiavone, è un “problema annoso e antico” e che va in controtendenza con l’aumento degli italiani iscritti all’AIRE e, infine, ma non per questo meno importante, la mancanza di una comunicazione precisa e capillare che possa garantire la conoscenza dei candidati, dei loro programmi, e in generale del ruolo dei Comites e del CGIE.

Si è parlato anche di informazione di ritorno, tema sul quale negli anni si è tornati più e più volte. Michele Schiavone ha spiegato che a settembre sono previste 10 puntate di un programma tv su Rai 3 dal titolo “Storie in movimento”, dedicato agli italiani all’estero e un altro documentario che parlerà delle vicissitudini dei connazionali durante la pandemia.

A tal proposito Antonio Romani de La Voce d’Italia ha chiesto se si sta analizzando la possibilità di aprire un canale che possa agevolare le relazioni di Comites e CGIE con i mezzi di comunicazione italiani all’estero al fine di ampliare in Italia la conoscenza delle nostre comunità e che, al tempo stesso, possa dare maggiore visibilità al lavoro che svolgono i nostri organi rappresentativi.

La consigliera del Comitato di Presidenza, Eleonora Medda

A prescindere dal lavoro che ciascuno svolge “in casa”, i nostri media, siano essi giornali quotidiani o periodici, programmi radiofonici o televisivi, con un lavoro coordinato, potrebbero offrire un supporto importante al collegamento tra le istituzioni e le comunità non soltanto in tempo di elezioni ma costantemente. Le nuove tecnologie, i formati online dei media, rendono possibile ampliare la rete di comunicazione, favorire scambi di idee e progetti tra le varie istituzioni e in generale offrire un’informazione più amplia e capillare sul lavoro che svolgono nel mondo. Al tempo stesso, con un uguale coordinamento con i media italiani e soprattutto con quelli regionali, si potrebbe dare visibilità alle nostre realtà all’estero, sempre più variegate e interessanti.

Nel parlare del lavoro svolto fino ad ora, il presidente Schiavone ha sottolineato un appuntamento particolarmente importante sul quale il CGIE sta lavorando da anni: la Conferenza Stato Regioni Province Autonome Cgie, che si realizzerà entro la fine del 2021. Schiavone ha parlato anche di progetti di ricerca, avviati con alcune università nel mondo e con il Cnr al fine di dare una visione più attuale e profonda della storia dell’emigrazione italiana.

Nell’esprimere la sua preoccupazione per l’apparente disinteresse del Premier Draghi verso gli italiani all’estero ha spiegato che, al momento, “non ha speso una parola programmatica per le comunità italiane all’estero”. È questa la ragione per cui i dirigenti del CGIE, che mantengono un dialogo costante e positivo con il Sottosegretario agli Affari Esteri, con delega agli Italiani nel Mondo, Benedetto Della Vedova, e con il Direttore Generale degli Italiani all’Estero della Farnesina, Luigi Maria Vignali, hanno rivolto un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella pregandolo di farsi portavoce della loro richiesta di rinvio delle elezioni presso il Capo del Governo.

La Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni Extraeuropei, Silvana Mangione

Detto ciò, Michele Schiavone, Eleonora Medda, e Silvana Mangione hanno assicurato tutto il loro impegno nell’organizzazione delle elezioni qualora il rinvio non fosse concesso.

Ormai mancano solo 18 giorni alla presentazione delle liste e poco più di tre mesi alla votazione. Davvero poco tempo per organizzare tutto con la dovuta scrupolosità.

Ma, indipendentemente da un appuntamento elettorale che, sebbene si stia aspettando da anni, arriva senza dubbio nel momento meno propizio, ci facciamo eco delle parole del Presidente Schiavone quando ha auspicato l’avvio di una dinamica diversa tra governo italiano e CGIE al fine di adeguare iniziative e progetti rivolti agli italiani all’estero alle nuove realtà. Le comunità sono cambiate, in alcuni casi radicalmente dal momento che sono composte da figli, nipoti e bisnipoti dei nostri pionieri.  Le nuove tecnologie sono entrate nelle case di tutti e hanno modificato il modo stesso di intendere la vita.

Nessuno meglio di chi vive e segue giorno dopo giorno questi mutamenti può farsi portavoce delle reali necessità, desideri, speranze che animano i connazionali e i loro discendenti. Un imperativo che la politica italiana deve capire e fare suo, al di là delle promesse e belle parole, se davvero vuole mantenere e approfondire i legami che uniscono l’Italia fuori e dentro le sue frontiere.

Redazione Madrid