Londra punta sulla terza dose per evitare nuovi lockdown

epa08951819 A doctor administers the Pfizer-BioNTech vaccine at a vaccination centre in Salisbury Cathedral in Salisbury, Britain, 20 January 2021. More than four million people in the UK have received their first dose of a Covid-19 vaccine, according to government figures. People in their 70s and the clinically extremely vulnerable in England are now among those being offered the vaccine. EPA/NEIL HALL

LONDRA. – Una scommessa giocata per il momento tutta sui vaccini per affrontare le incognite invernali di una pandemia che non è ancora sconfitta e allontanare, se si potrà, lo spettro dell’ennesimo lockdown.

Boris Johnson e il suo governo ufficializzano i piani anti Covid in vista della stagione fredda, formalizzando – con il placet finale di una batteria di consulenti medico scientifici – il via libera al terzo richiamo vaccinale (“preferibilmente” Pfizer o Moderna) che dalla prossima settimana sarà “offerto” gradualmente a tutte le persone residenti nel Regno Unito dai 50 anni in su e a tutti “i vulnerabili”, 30 milioni d’individui; nonché a una prima singola dose estesa da fine settembre all’intera platea dei ragazzi fra 12 e 15 anni tornati in aula nelle scuole.

La strategia è stata spiegata oggi dettagliatamente in tre tappe: dapprima in un briefing di esperti governativi affidato al più mediatico dei prof, Jonathan Van-Tam, radici familiari sudvietnamite e deputy chief medical officer dell’Inghilterra, alla responsabile dell’agenzia britannica del farmaco, June Raine, e a un altro accademico d’origini asiatiche, Wei Shen Lim, presidente del Joint Committee on Vaccination and Immunisation.

Quindi nell’illustrazione dinanzi alla Camera dei Comuni del ministro della Sanità, Sajid Javid; infine in una conferenza stampa in diretta tv del primo ministro Tory e dei suoi consiglieri-capo. Mentre per Scozia, Galles e Ulster, ad annunciarne i contorni, analoghi se non identici, sono stati i leader dei governi locali delle nazioni minori del Regno.

Il messaggio martellato da tutti come un mantra è che la pandemia rimane attiva sull’isola (a un ritmo di circa 30.000 casi giornalieri alimentati dalla variante Delta del virus, sia pure con una proporzione di ricoveri e soprattutto decessi ad oggi largamente inferiore rispetto alle ondate dei mesi passati). E che quindi occorre restare “vigili e in guardia” nella prospettiva di un inverno inevitabilmente “accidentato”, dato l’incrocio prevedibile fra questi contagi e le infezioni mrespiratorie stagionali.

Un contesto in cui i vaccini sono nelle parole di Johnson e Javid “la nostra migliore chance per convivere con il Covid senza ulteriori restrizioni sociali ed economiche severe”. E per lasciare che il Regno, pur nella consapevolezza dei “rischi”, possa sperare di continuare a essere “una delle società più libere e delle economie più aperte md’Europa”, con il record di rimbalzo del Pil fra i G7 da inizio 2021.

Di qui l’appello a vaccinarsi con urgenza ribadito ai 5-6 milioni di britannici sotto i 16 anni che ancora non lo hanno fatto, in un Paese che pure può contare su picchi d’immunizzazione pari a oltre l’81% della popolazione adulta totale con due dosi e al 90% circa almeno con una. Ma anche il monito sul fatto che di Covid si continua a morire e che “quasi il 99% dei decessi” registrati nella prima metà del 2021 ha riguardato persone “non doppiamente vaccinate”.

Mentre le stime dei ricercatori attribuiscono alla campagna vaccinale nazionale – “uno dei maggiori successi mondiali” finora, stando al professor Van-Tam – “l’incredibile” risultato di aver già prevenuto oltre Manica “112.000 morti e 24 milioni di contagi”.

Se poi i vaccini in più – annunciati come nel caso di un altra trentina di Paesi ricchi (Italia compresa) malgrado  l’appello dell’Oms all’occidente a evitare le terze dosi di massa per privilegiare in questa fase le forniture alle nazioni povere poco o punto immunizzate – non dovessero bastare a scongiurare l’ombra di una nuova impennata “insostenibile” di casi invernali, il governo Tory si riserva di ripristinare anche le restrizioni di un “piano B d’emergenza”.

Restrizioni limitata tuttavia nelle anticipazioni all’ipotetica reintroduzione del lavoro da casa ovunque possibile, al ritorno dell’obbligo di mascherina nei luoghi pubblici al chiuso (revocato ovunque in Inghilterra dal 19 luglio e mantenuto invece come vincolante nei trasporti locali o nelle scuole in Scozia e Galles).

Oltre che nell’eventuale adozione del Green pass vaccinale per l’accesso a locali notturni o eventi di massa: uno strumento che lo stesso governo britannico ha rinunciato in extremis a imporre agli inglesi per la movida ma che esiste comunque nel Regno grazie a un app ad hoc; e che BoJo non ha mancato di difendere fin d’ora a spada tratta come strumento “utile per il business”.

(di Alessandro Logroscino/ANSA).

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