Draghi tira dritto sul Green Pass: “Fare ciò che si deve”

Il premier Mario Draghi in conferenza stampa

ROMA. – “Le cose vanno fatte perché si devono fare, non per avere un risultato immediato”. Mario Draghi, da Bologna, prende in prestito le parole di Nino Andreatta per dare la linea sui prossimi passi del governo. Passi necessari per contrastare il virus e, soprattutto, per tornare alla normalità: perché, nelle intenzioni del capo del governo, è questa la funzione chiave del “super Green Pass” che approderà in Consiglio dei ministri giovedì.

Il provvedimento, al di là delle residue resistenze di una parte della Lega (“saremo gli unici in Europa”, osserva Salvini), nelle sue grandi linee è pronto. Gli ultimi nodi da sciogliere riguardano la platea dei destinatari. E Palazzo Chigi starebbe puntando all’estensione del Green Pass non solo al settore pubblico ma anche a tutto quello privato. “Ci stiamo lavorando”, spiegano fonti qualificate dell’esecutivo.

Le prossime ore, per inquadrare con una certa nettezza il super Green Pass, saranno decisive. Difficilmente Draghi convocherà la cabina di regia per mercoledì. Più probabilmemte il premier farà tutto nella giornata di giovedì: prima il vertice con i capidelegazione e, dopo un’ultima interlocuzione tra governo e Regioni, il Cdm. Sul fatto che il Green Pass sarà obbligatorio per i dipendenti del settore pubblico non c’è ormai alcun dubbio.

E, secondo fonti di governo, è molto probabile l’inserimento nel decreto dell’obbligo anche per i privati che lavorano in quesi settori in cui il cliente ha il dovere di esibire il certificato verde. Ristorazione, bar, trasporti di lunga percorrenza, cinema e teatri, tanto per fare qualche esempio. Ma nelle ultime ore il governo sta lavorando all’estensione ‘tout court’ del super Green Pass. Ovvero all’intero settore privato. Inserendo in un unico decreto ciò che inizialmente si era pensato di fare con maggiore gradualità.

Gli uffici di Palazzo Chigi e del governo sono alle prese con un lavoro complesso, a partire dalla stessa differenziazione tra pubblico e privato. Perché, si spiega, i due settori si incrociano e si compenetrano in una miriade di modalità e tracciare delle linee nette in poche ore per identificare ciò che è pubblico e ciò che è privato resta tutt’altro che semplice. Il principio, dalle parti di Palazzo Chigi, tuttavia non cambia.

Il certificato verde rende più rapido il ritorno alla normalità e potrebbe permettere di aumentare anche i limiti di capienza per eventi di ogni tipo. Ma, soprattutto, è un volano per rendere ancor più capillare l’immunizzazione degli italiani. “Per sconfiggere la pandemia, la campagna di vaccinazione deve procedere spedita ovunque”, è il mantra che il premier ribadisce intervenendo al G20 Interfaith Forum a Bologna.

Prima Draghi partecipa all’intitolazione dell’Aula Magna della Bologna Business School ad Andreatta. Con lui ci sono Enrico Letta e Romano Prodi e – osserva con un filo di commozione – “molti amici di una vita”. L’omaggio di Draghi a Andreatta non è un atto formale. “Il suo tratto più rilevante – sottolinea – resta il suo rigore morale. La politica di allora lo emarginò” e fu “una scelta scellerata”.

E’ una giornata tutta “bolognese” quella di Draghi. Prima a Villa Guastavillani per Andreatta, poi a Palazzo Re Enzo al G20. E lì il premier da’ un altro indizio sulla sua strategia di governo: “Il dovere della politica è l’azione, preceduta, guidata dallo studio e dalla riflessione”, sono le sue parole. Da Bologna Draghi torna anche a sferzare l’Europa sull’Afghanistan e sulla possibili crisi migratoria che ne può derivare.

“Dobbiamo dimostrare di essere all’altezza di questa crisi e dei valori che diciamo di rappresentare”, è il richiamo del premier che, nel pomeriggio, in un videomessaggio inviato al Forum economico italo-tedesco, aveva anche sottolineato come sia questo il momento di una “Europa più forte economicamente e militarmente”.

Con il Next Generation Ue che resterà la stella polare per una ripresa all’insegna della transizione ecologica e della digitalizzazione. Non sarà facile. Qualcuno, nel tessuto produttivo italiano potrebbe restare indietro. Ma Draghi assicura: “Lo Stato deve essere pronto ad aiutare cittadini e imprese nell’affrontare i costi di questa complessa trasformazione”.

(Di Michele Esposito/ANSA)

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