“Dubbi sui vaccini?”, in ospedale psicologo per sanitari

L'arrivo dei primi pazienti all'ospedale temporaneo per il Covid-19 allestito nel padiglione 5 di Torino Esposizioni al Parco del Valentino, Torino
L'arrivo dei primi pazienti all'ospedale temporaneo per il Covid-19 allestito nel padiglione 5 di Torino Esposizioni al Parco del Valentino, Torino. ANSA / ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Non solo il supporto del medico competente, ma anche un consulto psicologico. È l’iniziativa presa dall’Azienda ospedaliera-universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano, alle porte di Torino, dove è stata offerta questa possibilità al personale sanitario che ancora non ha ottemperato all’obbligo di vaccinarsi contro il Covid, in vigore dall’inizio di aprile.

Al momento, su circa 1.500 dipendenti sono sei, infermieri e operatori socio sanitari, quelli sospesi dall’ospedale per questo motivo. Ma si stima un numero superiore di no vax. A tutti loro il medico competente ha inviato giovedì scorso una lettera in cui ha spiegato che “è possibile richiedere un appuntamento con uno psicologo clinico per discutere eventuali dubbi o preoccupazioni circa la somministrazione del vaccino”.

La questione è di attualità praticamente in ogni ospedale, da Nord a Sud. Dalle corsie italiane arrivano racconti di incontri in cui primari e caposala convocano riunioni con i propri staff per convincere gli scettici a immunizzarsi, di lavoratori che si arrendono alla somministrazione dopo la lettera di sospensione, di altri che provano ad aggirare il provvedimento disciplinare con escamotage, come il ricorso alla legge 104 sull’assistenza a un familiare non autosufficiente.

Iniziative interne simili a quella dell’ospedale torinese sarebbero state avviate anche da altre da aziende sanitarie in Piemonte, dove a inizio settembre risultava non immunizzato contro il Covid circa il 10% del personale sanitario, inclusi 95 medici sospesi dall’ordine regionale per l’inosservanza dell’obbligo vaccinale.

Interpellata dall’ANSA, la direzione del San Luigi Gonzaga ha voluto comunque chiarire che l’offerta non è rivolta solo ai non vaccinati: “Al fine di garantire ogni possibile informazione sulla vaccinazione è stato reso disponibile un supporto psicologico ove fosse ritenuto opportuno oltre a quello del medico competente, per tutti i dipendenti”.

Qualcuno fra quelli che hanno ricevuto la lettera, però, non l’ha gradita. Il documento è finito su Twitter, dove lo ha rilanciato anche Lucio Malan, senatore piemontese di FdI. “Incredibile! Per chi non vuole vaccinarsi – ha commentato – consulto non con un immunologo che spieghi e convinca, ma con lo psicologo per vedere se è matto!”.

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