“Droga e armi, il regime di Kim a caccia di soldi”

Una foto rilasciata dalla agenzia ufficiale North Korean Central News Agency (KCNA) mostra al leader di Corea del Nord Kim Jong Un in visita d'ispezione a una unitá di difesa.
Una foto rilasciata dalla agenzia ufficiale North Korean Central News Agency (KCNA) mostra al leader di Corea del Nord Kim Jong Un in visita d'ispezione a una unitá di difesa. Immagine d'archivio. (ANSA/EPA/KCNA)

PECHINO.  – Una Spectre in versione nordcoreana spietata e dedita ad attività che spaziano dalla produzione di droga alla vendita di armi, forte di un’ampia rete di spionaggio e di un esercito di hacker capace di raggiungere qualsiasi sistema informatico a livello mondiale.

Il quadro tracciato da Kim Kuk-song, un disertore di alto profilo del Nord rifugiatosi a Seul, è di un regime alla disperata ricerca di risorse in valuta straniera con ogni mezzo possibile per rimpinguare le casse cronicamente vuote sotto il peso della perenne crisi economica e delle sanzioni Onu.

Kim ha lavorato per 30 anni nelle agenzie di spionaggio nordcoreane fino a scalare le posizioni diventandone uno dei massimi funzionari: nel 2014 decise di scappare in Corea del Sud con la famiglia e di lavorare per l’intelligence di Seul. Le agenzie di spionaggio di Pyongyang, ha detto Kim in un’intervista alla Bbc, sono “gli occhi, le orecchie e le menti del leader supremo” Kim Jong-un, così come lo furono del padre Kim Jong-il.

Lui sostiene di avere custodito i segreti di entrambi durante la sua carriera, di avere inviato assassini per uccidere coloro che osavano opporsi e perfino di aver organizzato la costruzione di laboratori di droga per contribuire alla raccolta di fondi “rivoluzionari”. Non è un mistero che gli Usa considerino la Corea del Nord uno tra i centri di maggior produzione al mondo di dollari falsi.

Kim Jong-un, ha raccontato ancora l’ex spia, era un giovane desideroso di apparire al mondo come un “guerriero”. La Corea del Nord costituì una nuova agenzia – il famigeratoReconnaissance General Bureau – nel 2009, quando il giovane generale studiava per succedere al padre stroncato da un ictus a fine 2011.

Il responsabile del Bureau era Kim Yong-chol, ora uno degli assistenti più fidati dell’attuale leader. A maggio dello stesso anno, arrivò un ordine per formare una “task force del terrore” al fine di uccidere un ex funzionario nordcoreano che aveva trovato rifugio al Sud.

In aggiunta, secondo le notizie raccolte da precedenti disertori, la Corea del Nord potrebbe contare su un esercito di 6.000 hacker, se non di più: Kim Kuk-song sostiene che Kim Jong-il ordinò l’addestramento di nuovo personale negli anni ’80 “per la guerra cibernetica” con una mossa lungimirante, visto che Pyongyang è ora tra le centrali mondiali degli attacchi informatici a Corea del Sud e Usa per il furto di denaro da conti bancari o di bitcoin.

La Bbc, pur rimarcando che per la prima volta un ex ufficiale del Nord di altissimo livello ha accettato di farsi intervistare, ha precisato di non poter verificare in modo indipendente le affermazioni da lui fatte, anche se i rapporti di intelligence di Washington, Seul e Tokyo hanno per anni riportato attività illegali su vasta scala.

Intanto, il rischio di carestia nel Nord è sempre più concreto: il supremo comandante ha ammesso la necessità di migliorare le condizioni di vita delle persone dato che il Paese, pur dotato di armi nucleari, è alle prese con la peggiore crisi alimentare da oltre un decennio.

Ieri, in occasione dei 76 anni della fondazione dei Partito dei Lavoratori, Kim, secondo la Kcna, ha detto che il partito ha definito “l’indipendenza delle masse popolari” come l’essenza della costruzione socialista, esortando i funzionari a risolvere i problema alimentari e abitativi delle persone.

(di Antonio Fatiguso/ANSA).