Green pass e travet, niente code. Più malattie

Il controllo di un Green Pass in una recente immagine d'archivio
Il controllo di un Green Pass in una recente immagine d'archivio. ANSA/FABIO CIMAGLIA

ROMA.  – Cellulare su una mano con il Qrcode del green pass e tesserino per timbrare dall’altro. Le amministrazioni pubbliche hanno retto senza problemi l’impatto del primo giorno il ritorno al lavoro in presenza.

I ministeri hanno preparato con attenzione l’operazione “certificato verde” e a parte qualche piccola coda inevitabile, non hanno registrato problemi. Anche perché da una parte sono state scaglionate le entrate e i ritorni, dall’altra sono aumentati i certificati medici presentati.

I dati in quest’ultima caso riguardano sia il lavoro pubblico che quello privato ma indicano che alla fine della mattinata all’Inps erano arrivati 47.393 certificati di malattia, in lieve aumento (5,5%) rispetto a due settimane prima ma con un deciso balzo (+23,3%) rispetto al venerdì precedente.

Le amministrazione pubbliche si sono comunque attrezzate.

Al dipartimento per la funzione pubblica – il cuore dell’ organizzazione della Pa – lo scanner per la temperatura controlla anche il green pass. Nell’immenso falansterio dei ministeri economici c’è invece un totem per il green pass, la telecamera per la temperatura e poi il tradizionale tornello per l’ingresso. Va però detto che il green pass viene associato al tesserino del lavoratore e vale 24 ore, quindi è possibile uscire per uno spuntino. In pratica la “pausa-caffè” è salva, anche se al ministero dell’Economia ci sono due bar interni e – ovviamente – sarebbe inutile ripetere la stessa operazione nello stesso giorno.

Che non sia un giorno come un altro lo si capisce avvicinandosi ai portoni. Il ministro per la pubblica amministrazione Renato Brunetta varca il portone alle 8 di mattina a bordo della sua auto, ma poi esce di nuovo per passare dalla portineria dove saluta i 4 lavoratori in coda ed esibisce il suo green pass sullo scanner. Il tornello però richiede anche il tesserino per aprirsi: il ministro non ha il tesserino di lavoro e quindi serve lo sblocco parte dalla portineria. Tutto comunque fila liscio. “Ci siamo preparati – dice – tutto regolare. Non ci saranno problemi”. Ed è vero.

Al Tesoro hanno deciso di scaglionare gli ingressi. Ci sono 2.400 lavoratori che in periodi pre-Covid varcavano i  cancello. Ora ne sono stati chiamati al lavoro circa mille. I quattro ingressi del palazzo hanno ciascuno più di un totem per leggere il Qr Code.

É chiaro, i dipendenti già dai giorni scorsi hanno cominciato a tornare al lavoro. Ma per molti è il rientro dopo un lungo smart working. E allora dietro la mascherina si allarga un sorriso e la domanda d’obbligo è “come va?”. La risposta è scontata “tutto bene”. Del resto oggi non è il solito tran tran. mLo certificano lo scanner e il green pass.

(di Corrado Chiominto/ANSA)