La battaglia di Sánchez: “Abolire la prostituzione”

Il presidente del Governo, Pedro Sánchez

MADRID.  – “Abbiamo preso un impegno che porterò a termine: avanzeremo per abolire la prostituzione, che schiavizza le donne”. É la sfida che il premier spagnolo Pedro Sánchez ha rilanciato a Valencia, nel discorso di chiusura del 40esimo congresso del Partito Socialista spagnolo (Psoe), di cui è alla guida da oltre quattro anni.

È proprio questa una delle principali scommesse in ambito di politiche sociali su cui ha deciso di puntare la formazione di Sánchez: la proposta uscita dal raduno nazionale, hanno spiegato fonti del partito all’agenzia di stampa Efe, prevede l’elaborazione di una legge che dichiari la prostituzione illegale e contempli sanzioni per i clienti.

Un modello che ricorda quello già in vigore in Francia, dove la prostituzione venne di fatto abolita nel 2016 con una legge che depenalizza la posizione di chi la esercita e punisce invece chi ne usufruisce con multe di almeno 1.500 euro.

Il Psoe spagnolo aspira così a farsi portatore di una rivendicazione storica dei socialisti di tanti Paesi europei. Ad allarmare particolarmente il partito di Sánchez è poi il fenomeno che vede la Spagna da anni ai vertici delle classifiche sul consumo della prostituzione in Europa e che costringe migliaia di donne a vivere in condizioni di sfruttamento estremo.

“La prostituzione non è la professione più antica del mondo, bensì la schiavitù più grande della storia”, è solita ripetere l’ex vicepremier Carmen Calvo.

Secondo stime basate su dati delle Nazioni Unite, nel Paese iberico ci sono circa 350.000 prostitute e quasi un uomo su quattro è disposto a pagare per fare sesso. La polizia spagnola calcola che “oltre l’80%” delle donne che si prostituiscono sono forzate a farlo.

Sánchez e i suoi vorrebbero ottenere l’approvazione di una norma sul tema entro il 2023, quando scadrà il mandato di governo della coalizione di centro sinistra Psoe-Unidas Podemos.

Ma per centrare l’obiettivo, Sánchez avrà bisogno di un sostegno politico che attualmente non pare per nulla scontato. Dai soci di governo sinora sono arrivati segnali non del tutto convinti.

E in altri partiti potenzialmente decisivi per far passare la linea di Sánchez il dibattito sull’argomento è appena all’inizio. Nel Paese c’è poi chi si dichiara apertamente contrario alla posizione dei socialisti, come il sindacato delle lavoratrici sessuali Otras, che da anni chiede invece la regolarizzazione della situazione lavorativa delle prostitute.

(di Francesco Rodella/ ANSA)