Letta festeggia e rilancia l’intesa col M5s. Conte freddo

Il candidato sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è arrivato al Nazareno, nel corso della conferenza stampa di Enrico Letta, Roma, 18 ottobre 2021.
Il candidato sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è arrivato al Nazareno, nel corso della conferenza stampa di Enrico Letta, Roma, 18 ottobre 2021. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – La festa finale in piazza Santi Apostoli a Roma, che tanto cara fu all’Ulivo di Romano Prodi, mette insieme in una sola istantanea tutto quello che festeggia il Pd. Prima di tutto la vittoria nella Capitale, che all’inizio non era per niente scontata e già da sé vale la torna elettorale. E poi il peso che sul voto ha avuto il progetto di una coalizione larga di centrosinistra.

E’ vero, a Roma il M5s ha corso da solo, ma al Nazareno vogliono credere che, nel complesso, in questo voto gli elettori abbiano premiato la prospettiva di un’alleanza che sarà chiamata a sfidare il centrodestra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. E di cui il Pd vuol essere promotore e perno. Anche se la reazione del M5s non è di quelle che fanno pensare a una strada in discesa. Pochi commenti, quasi nessuno. E in quello del presidente Giuseppe Conte non c’è alcun “evviva”, ma una nota dolente sull’astensionismo con tanto di sottolineatura che a Roma, Torino e Trieste i Cinque stelle saranno all’opposizione.

Enrico Letta si gode la giornata e tira le somme: il governo Draghi fa bene al Pd. E il suo posto di segretario al Nazareno ora è più forte. Non è un caso se la tregua elettorale ha retto e, da qualche settimana, non si sentono quei mugugni che esasperarono Nicola Zingaretti fino a farlo mollare. Anche la parola “congresso” sta circolando molto meno.

Passato il voto nei comuni, ora ci sarà da pensare a un’altra partita, quella del Colle. E l’esito di questo voto potrà pesare non poco. Enrico Letta non nasconde il suo progetto: malgrado la vittoria, nessuna tentazione di elezioni anticipate, avanti con Mario Draghi fino al 2023. Perché in questa fase post pandemia, sostenere la linea del Governo ha giovato.

Il leader dem si impegna a cercare “la maggioranza più larga possibile” per il dopo Mattarella dialogando anche con le forze di centrodestra. Il segretario del Pd, che ragiona dalla comoda poltrona del vincitore, guarda con attenzione a ciò che succede nel centrodestra.

Se è vero che il governo Draghi sta facendo bene al centrosinistra, è anche vero che la stessa cosa non può dirla Matteo Salvini. E quindi ci sarà da capire, spiegano tra i dem, se a destra ci saranno reazioni scomposte, che peseranno sul governo. Nel Pd c’è anche chi non vedrebbe di cattivo occhio una prosecuzione dell’esperienza Draghi senza la Lega. Ma non è la linea ufficiale del Nazareno.

Oltre che a destra, Letta dovrà guardarsi anche di fianco. Questo ballottaggio non ha sancito la nascita dell’alleanza fra Pd e M5s. Nelle città principali non c’è stato apparentamento. Certo, Conte ha detto che a Roma avrebbe votato Gualtieri e l’esito complessivo del voto fa pensare che gli elettori 5 stelle abbiamo scelto i candidati di centrosinistra. Ma la strada è lunga. Conte deve mettere mano al Movimento, deve scegliere la squadra e deve ritrovare la sintonia coi gruppi. Il tempo di pensare al Pd verrà.

(di Giampaolo Grassi/ANSA)

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