Appello di Malala: “Le ragazze afghane tornino a scuola”

Una scuola femminile a Kandahar, Afghanistan, 18 Ottobre 2021.
Una scuola femminile a Kandahar, Afghanistan, 18 Ottobre 2021. EPA/STRINGER

ROMA. – “Un mese fa, i talebani hanno chiuso a milioni di ragazze afghane le porte delle scuole, rubando loro non solo l’educazione ma anche il futuro. L’Afghanistan è oggi l’unico Paese al mondo che impedisce alle ragazze di studiare. Tutti i leader devono compiere azioni urgenti e decise per riportare a scuola ogni ragazza afghana”.

Con un appello trasversale, rivolto da un lato ai talebani e dall’altro alla comunità internazionale, Malala Yousafzai rilancia la campagna contro quello che definisce un “bando di fatto” imposto dall’esecutivo di Kabul. “Più a lungo restano fuori da scuola, meno probabile è che ci tornino”, è l’allarme lanciato dalla giovane premio Nobel per la pace.

“Le donne afghane parlano chiaro e reclamano il loro diritto all’istruzione. Dobbiamo stare al loro fianco”, scrive Malala, vittima di un’aggressione dei talebani in Pakistan all’età di 15 anni proprio per il suo impegno in difesa del diritto all’istruzione. Una lettera aperta che l’attivista, oggi 24enne, invita tutti a sottoscrivere dal suo profilo Twitter, seguito da quasi due milioni di utenti.

“Alle autorità talebane: avete assicurato al mondo che avreste rispettato i diritti delle ragazze e delle donne, ma state negando a milioni di loro il diritto all’educazione. Riaprite subito le scuole secondarie alle ragazze”, si legge nella petizione, che poi si rivolge “ai leader delle nazioni del G20”, sottolineando che “discutere dell’importanza dell’educazione non basta”, ma bisogna agire facendo pressioni su Kabul.

“Ai leader dei Paesi musulmani”, Malala ricorda infine che “la religione non giustifica il divieto alle ragazze di andare a scuola”, invitandoli a ribadire ai sedicenti studenti coranici “con dichiarazioni pubbliche l’imperativo dell’islam” che prevede la “completa educazione delle ragazze”.

Dai mullah, però, non arrivano segnali di apertura. “Il precedente governo ha impiegato anni prima di aprire scuole per le ragazze. Perché vi aspettate che noi lo facciamo in pochi giorni?”, ha replicato alla Bbc un loro portavoce, limitandosi a dire che il ritorno in classe avverrà “il più presto possibile”.

Non ci sono spiragli neppure sulla vita professionale. “Alle donne – ha aggiunto, sempre senza indicare alcuna data – sarà permesso di tornare a lavorare negli ambiti in cui ci sarà bisogno di loro”. E il tema dei diritti non è previsto neppure in cima all’agenda del vertice di mercoledì a Mosca con Russia, Cina, Iran, India e Pakistan, cui i talebani parteciperanno con una delegazione guidata dal vicepremier Abdul Salam Hanafi.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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