Crazy for football, quando il calcio aiuta a guarire

Una scena del film Crazy for football, protagonista Sergio Castellito
Una scena del film Crazy for football, protagonista Sergio Castellitto. (ANSA)

ROMA. – Il percorso per la creazione della squadra italiana per il primo campionato mondiale di Calcio per pazienti psichiatrici, nato nel 2016 e vinto dall’Italia nella seconda edizione, del 2018 a Roma, erano già state esplorate nel 2017 da Volfango de Biasi in un documentario, Crazy for football, vincitore del David di Donatello e in un libro (Longanesi).

Ora il cineasta ha tratto da quella esperienza, anche un film tv (sempre intitolato Crazy for football) con protagonista Sergio Castellitto in un cast che comprende Max Tortora, Antonia Truppo, Lele Vannoli, Angela Fontana, Massimo Ghini e Cecilia Dazzi.

Il racconto, coprodotto da Mad Entertainment e Rai Fiction, presentato alla Festa del Cinema di Roma arriverà in prima serata su Rai1 il primo novembre “e chissà che non ne nasca anche una serie” dice il regista. Castellitto aveva visto il documentario “che mi aveva travolto e qui ho trovato una buonissima sceneggiatura – spiega l’attore -. La materia della psiche è intrinseca al mio mestiere ed è un mondo che ho già frequentato, da Il grande cocomero a In treatment”.

Il calcio “è un gioco di squadra, che qui diventa un mondo nel quale si aggregano solitudini, come quella del disagio mentale. Sono potuto entrare in un mondo di ragazzi e uomini fermi per i traumi e di vedere come un’esperienza come questa possa aiutare a ‘guarire’ anche se la parola è impropria”.

Nella storia Castellitto è lo psichiatra Saverio Lulli (personaggio ispirato a Santo Rullo, medico che da 30 anni è fra i principali sostenitori del recupero dei pazienti anche attraverso il calcio con tanto di squadre create dalle Asl, tornei, campionati locali e nazionali, fino al mondiale, ndr).

Saverio, pur non avendo il supporto di colleghi e superiori, convinto del valore a scopo terapeutico dell’esperienza, mette in gioco tutto per portare avanti il primo mondiale di calcio a cinque per squadre formate da pazienti psichiatrici. Un compito nel quale lo aiutano l’assistente Paola (Truppo); Zaccardi (Tortora), allenatore ed ex calciatore ludopatico, e la figlia adolescente Alba (Fontana). Il percorso di selezione della squadra fino alle partite, rivelerà punti di forza e fragilità degli speciali giocatori.

“Ci siamo ritrovati con un bellissimo film nell’anno in cui lo sport italiano l’ha cantata a tutti” sottolinea Castellitto, che ama del racconto come anche Saverio “sia in realtà una persona problematica anche lui. Non è un uomo perfetto, forse è un padre inadeguato ed un ex marito fuggitivo. D’altronde, sono le nostre fragilità che ci rendono speciali”.

De Biasi, che dal 2004, anche con un primo documentario Matti per il calcio, si dedica a raccontare e supportare queste iniziative, ha voluto che Crazy for football “fosse un film per Rai1 in modo di arrivare al pubblico più ampio possibile – dice -. Questa è una storia esemplare perché il calcio è anche un grande linguaggio popolare. L’auspicio è che vedendo il film qualcuno decida di chiedere aiuto, di iniziare a curarsi. Lavoriamo per sconfiggere lo stigma legato al disagio mentale” .

(di Francesca Pierleoni/ANSA)

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