I giganti del web valgono 4,6 miliardi in Italia

Sede di Google a Mountain View, California.
Sede di Google a Mountain View, California. (Ansalatina)

MILANO.  – I giganti mondiali del web, che nel 2020 con la pandemia sono stati campioni di ricavi e redditività, non tolgono il piede dall’acceleratore. Nel primo semestre 2021 la crescita del fatturato è stata a doppia cifra (+31,1%) pari a 667 miliardi di euro  e in Italia valgono 4,6 miliardi di euro.

L’Area Studi Mediobanca presenta l’indagine annuale sulle 25 Software & Web companies mondiali con un fatturato oltre i 9 miliardi, sola la punta di un iceberg (l’area studi ne ha mappate altre 119)che nel 2020 ha fatturato 1.153 miliardi, metà dei quali a opera di Amazon, Alphabet (ovvero Google) e Microsoft con la prima che da sola ne concentra oltre un quarto.

E hanno un feeling con la Borsa che non si spegne, la loro capitalizzazione aggregata (immaginatevi 10 volte il valore di Piazza Affari) è cresciuta dell’87,8% nel triennio 2018-2020 e del +20,7% dal dicembre 2020 al 15 ottobre 2021.

Non sono solo campioni nella crescita dei ricavi ma anche dei margini (+49,6% il margine operativo netto sul primo semestre 2020) e negli utili netti (+80,2%): sono arrivate a guadagnare 27 milioni al giorno, quasi il triplo rispetto al 2018.

Per dare le dimensioni del tesoro su cui siedono si può fare il paragone con il pil, pari al 70% del prodotto interno lordo 2020 dell’Italia. Stati Uniti e Cina, con 11 e 8 società, si sono spartite la fetta maggiore, rispettivamente il 65 e il 27% e solo l’8% dai gruppi in Giappone (3), Germania (2) e Corea del Sud (1).

A livello di singoli gruppi si evidenzia l’impennata dei ricavi delle giovani asiatiche Meituan (+94,8% nel primosemestre 2021, operante in particolare nel food delivery) e Coupang (+72,8%, attiva nell’e-commerce), entrambe costituite nel 2010, davanti alla quasi maggiorenne Facebook (+51,7%).

Seguono Alphabet (+47,5%), Vipshop (+35,2%) e Amazon (+34,8%). Segno negativo per la sola SAP (-1,9%). Per quanto riguarda la redditività industriale nei primi sei mesi del 2021, Facebook guida la classifica per ebit margin (43,0%), davanti a Microsoft (41,1%) e Oracle (40,5%). A fine giugno 2021, Nintendo, senza debiti finanziari, brilla per solidità patrimoniale, seguita da Facebook (capitale netto pari a 11,5 volte i debiti finanziari) e dalla cinese Vipshop (9,1).

Se nel 2020 il Covid è stato un booster per quasi tutti i colossi del web non sono state comunque risparmiate dagli effetti del lockdown quelle società che operano sì online ma sono specializzate nei viaggi. Ora con l’allentamento delle misure di distanziamento sociale e il cambiamento delle abitudini dei consumatori “il rimbalzo è poderoso” osservano gli analisti dell’Area Studi Mediobanca: nel food delivery +85,6%, advertising +48,2%, vendite online di viaggi +43,7% e fintech +43,6 per cento.

Nei primi sei mesi del 2021 aumenta anche la liquidità (+5,5 miliardi al mese) a 639 miliardi a fine giugno, parte investita in titoli a breve termine e parte per operazioni di M&A. Continuano però a rifugiarsi nei paradisi fiscali: tutte le cinesi hanno la sede legale nelle Isole Cayman e tutte le statunitensi (ad eccezione di Microsoft) hanno la sede legale nello stato del Delaware.

Nel 2020 circa il 40% dell’utile ante imposte delle Top25 è stato tassato in Paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio di 10,7 miliardi nel 2020 e di 24,5 miliardi nel triennio 2018-2020. Le imposte aggregate sono state pari a 27,8 miliardi, con un aliquota media pari al 12,8%, inferiore a quella media teorica del 22,4 per cento.

Il fisco italiano ha incassato 80 milioni con un tax rate del 31,4% (ma sono escluse le succursali italiane di società estere). Con la Global Tax , l’accordo sulla tassazione delle multinazionali sottoscritto l’8 ottobre da 136 stati (Global Tax) sarebbero stati 30,3 miliardi.

(di Sara Bonifazio/ANSA)