Pubblica Amministrazione: smart working anche dall’estero

Impiegata della Pubblica amministrazione nel suo posto di lavoro davanti ad un computer.
Impiegata della Pubblica amministrazione nel suo posto di lavoro davanti ad un computer. (ANSA)

ROMA.  – Il lavoro a distanza nella pubblica amministrazione si sdoppia e si divide in lavoro agile flessibile e praticabile anche dall’estero e lavoro da remoto con condizioni più rigide per quanto riguarda orari e sede di lavoro ma anche  con tutele maggiori per quanto riguarda i riposi, gli straordinari e i buoni pasto.

La nuova bozza per il rinnovo del contratto delle Funzioni centrali (ministeri, enti pubblici non economici, agenzie fiscali ecc)  presentata dall’Aran ai sindacati presenta novità anche sulle progressioni di salario all’interno delle stesse aree che dovranno tenere conto prevalentemente della performance piuttosto che dell’esperienza maturata dal lavoratore.

“Nel lavoro da remoto la prestazione si effettua in un luogo diverso dalla sede o dall’ufficio al quale il dipendente è assegnato ma nel rispetto degli obblighi di presenza derivanti dalle disposizioni in materia di orario di lavoro. Questo lavoro realizzabile con l’ausilio di dispositivi tecnologici, messi a disposizione dall’amministrazione – può essere svolto come telelavoro domiciliare, che comporta la prestazione dell’attività lavorativa dal domicilio del dipendente ma anche in centri satellite.

Il lavoratore  – spiega la bozza – ha gli stessi obblighi  derivanti dallo svolgimento della prestazione lavorativa presso la sede dell’ufficio, “con particolare riferimento al rispetto delle disposizioni in materia di orario di lavoro” e sono naturalmente garantiti tutti i diritti previsti dal contratto per il lavoro svolto presso la sede dell’ufficio, con particolare riferimento a riposi, pause e permessi orari.

Per questa modalità di lavoro non sono quindi individuate le tre fasce orarie previste per il lavoro agile (operatività, contattabilità e inoperabilità) che sono previste per il lavoro agile. Per lo smart working nella bozza cade anche il limite dei confini del territorio nazionale lasciando quindi la possibilità che si faccia anche dall’estero purché siano garantite condizioni di sicurezza del lavoratore, di connessione e di riservatezza dei dati.

Sarà comunque necessario un accordo tra amministrazione e dipendente ed è probabile che il lavoro all’estero sia concesso solo per situazioni particolari come quella dei frontalieri o come il caso di dipendenti che devono seguire il coniuge trasferito all’estero.

Sono confermate le quattro aree professionali (operatori, assistenti, funzionari e elevate professionalità) con progressioni economiche nel momento di passaggio da una fascia all’altra. Saranno possibili anche progressioni di salario orizzontali (all’interno della spessa area) ma si terrà conto soprattutto della performance (almeno per il 50%) rispetto all’esperienza (al massimo il 40%).