Già alle elementari la prima e-cigarette, la prova il 4%

Pernsona fumando una e-cig
Sospesa la vendita di e-cig alla menta in Usa.

ROMA. – Si inizia a fumare prima e spesso lo si fa con la sigaretta elettronica, con cui, in 4 casi su 100, il primo incontro arriva già alle elementari. Dalle forme accattivanti e dagli aromi sempre più vari le e-cig spopolano tra i giovanissimi, diventati il vero target delle case di produzione. Ma non sono prive di rischi per la salute, ancora in parte non conosciuti.

Quello che è certo, mette in guardia la Società Italiana di Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) in occasione del Congresso nazionale in corso a Verona, è che per molti rappresentano la ‘porta di ingresso’ verso le sigarette tradizionali. Secondo un sondaggio dell’Istituto Superiore di Sanità (maggio 2021) ben il 37.5% degli studenti tra 14 e 17 anni ha già avuto un contatto con il fumo da tabacco, il 41,5% con la sigaretta elettronica. Il 43,4% dei ragazzi ha provato le sigarette elettroniche già alle scuole medie ma c’è un 4,1% che lo ha fatto già alle elementari.

Prima si inizia, però, e più è difficile smettere. “L’utilizzo delle sigarette elettroniche è associato a un effetto gateway: i ragazzi che hanno provato almeno una volta le sigarette elettroniche hanno un rischio 3-4 volte maggiore di iniziare a fumare quelle tradizionali”, spiega Maria Elisa Di Cicco, consigliera della Società Italiana di Malattie Respiratorie.

“Non sorprende perciò che i giovani siano l’obiettivo principale delle campagne pubblicitarie dei brand di e-cigs, la maggior parte dei quali sono, tra l’altro, di proprietà delle grandi industrie del tabacco”.

L’effetto è che sono sempre più popolari tra gli adolescenti. Uno studio condotto su un campione di 170 mila studenti italiani tra i 15 e 19 anni mostra che la prevalenza di chi ha fumato tabacco almeno una volta nella vita si è ridotta tra il 2012 e il 2018, ma nello stesso periodo è balzata dal 32,9% al 52% la quota di chi ha utilizzato almeno una volta una e-cig. Ad attirare i giovani, giovani che a volte non sanno di fumare nicotina, sono gli aromi, che sono il cavallo di battaglia dell’industria delle e-cigs.

“È risaputo, infatti, che una vasta scelta di aromi incentiva il primo utilizzo di tabacco negli adolescenti, motivo per cui – prosegue Cicco – la vendita di sigarette tradizionali aromatizzate è vietata da anni, mentre sono diffuse ancora a macchia di leopardo le restrizioni relative alla possibilità di aromatizzare i liquidi delle sigarette elettroniche”.

Inoltre i nuovi dispositivi (pod-mods) per la somministrazione della nicotina sono ormai di diversi tipi e molti di questi device permettono di svapare altre sostanze diverse da quelle presenti nel fumo di tabacco, magari spacciate per ‘naturali’. Tutto questo accentua la percezione da parte degli adolescenti che la sigaretta elettronica sia meno dannosa di quanto non sia realmente.

Ed è proprio questo il messaggio veicolato dalla pubblicità attraverso i media e i social network: “la sigaretta elettronica è proposta come alternativa più salutare alle sigarette tradizionali”, sottolinea Massimo Landi, pediatra vicepresidente della Simri.

In realtà, aggiunge, “i danni immediati da fumo elettronico sono a livello delle vie respiratorie, come la suscettibilità all’asma e alla bronchiolite obliterante. Sappiamo che il fumo da tabacco favorisce l’adenocarcinoma del polmone e potrebbe essere così anche per lo svapo” che “espone a sostanze tossiche ad oggi ancora da indagare”.

(di Livia Parisi/ANSA)