Pil Italia già oltre il 6%, la crisi finisce prima

Un operaio in uno stabilimento metalmeccanico. (ANSA)

ROMA.  – L’Italia cresce ad un ritmo sostenuto anche nel terzo trimestre dell’anno ed il Pil proiettato per il 2021 supera già la soglia del 6%, messo nero su bianco dal governo nella Nota di aggiornamento al Def.  L’Istat certifica l’andamento positivo dell’economia, che tra luglio e settembre mette a segno un +2,6% rispetto ai tre mesi precedenti già in forte recupero.

Il ministero dell’Economia è già sicuro che l’anno chiuderà sopra questa soglia e anzi si dice sicuro che ci sarà un duplice effetto: il primo è il “trascinamento più positivo sulla crescita del 2022 – affermano fonti del ministero – ed è probabile che il PIL trimestrale raggiunga il livello pre-crisi entro il primo trimestre dell’anno prossimo”; il secondo è che “la rapidità della ripresa influirà favorevolmente sul rapporto debito/pil” tanto che ci si aspetta “abbia riflessi positivi nelle valutazioni dei mercati finanziari”.

Il dato della crescita sembra oscurare anche il fatto che qualche incertezza c’è. E’ l’incognita inflazione, che interessa tutta l’Europa. I prezzi al consumo continuano, infatti, a correre: in Italia ad ottobre salgono del 2,9% rispetto ad un anno fa, nell’Eurozona volano con  un +4,1%. L’accelerazione è ancora una volta data dai rialzi a due cifre dell’energia. E le ricadute si fanno sentire sulle famiglie, tra spesa e bollette, ma anche sulle industrie e sulle materie prime.

Una questione ormai europea, su cui fare i conti visti i rischi di approvvigionamento, avverte il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, arrivando al G20 dei ministri delle Finanze e della Salute.

Il Pil italiano comunque mette al sicuro una crescita acquisita per il 2021 (quella che si otterrebbe se nel quarto trimestre dell’anno il Pil registrasse una variazione congiunturale nulla) pari al 6,1%: anche se il Paese non cresce nel quarto trimestre questo è il valore raggiunto.

Ma, come dice il Mef – è una soglia che potrebbe anche essere ulteriormente superata, sulla spinta delle vaccinazioni e delle riaperture tornate a livelli più o meno ordinari. Il Paese crescerà “ben oltre il 6%”, aveva del resto affermato solo ieri lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, parlando dopo il varo della manovra.

Il terzo trimestre l’economia italiana segna un +2,6% rispetto al trimestre precedente – meglio anche della locomotiva tedesca – e un +3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: una crescita “ancora molto sostenuta”, sottolinea l’Istat, che beneficia del forte recupero del settore dei servizi, il più penalizzato dalla crisi scatenata dalla pandemia, e della performance positiva dell’industria.

Un risultato superiore a quello della Germania che sempre nel terzo trimestre del 2021 segna un Pil al +1,8% rispetto ai tre mesi precedenti, mentre fa meglio la Francia con un +3%. Rispetto alla Germania, però, si amplia il differenziale tra i titoli decennali, con lo spread che risale a 130 punti, ai massimi da luglio 2020, e il rendimento del Btp italiano che supera l’1,2%: valori che – stando alle valutazioni delle fonti del Ministero dell’Economia – il mercato è destinato migliorare.

Alla base dell’impennata non ci sono indicatori negativi dell’Italia ma pesano infatti i dubbi del mercato sulla politica della Bce e sulla sua visione in merito alla crescita dell’inflazione, giudicata temporanea.

C’è poi l’effetto trascinamento sul 2022. Brunetta azzarda anche una previsione: è possibile avere per l’anno prossimo un tasso di crescita superiore al 5%, questo perchè “il Governo Draghi finora non ha sbagliato una mossa”. Ma anche in Italia l’inflazione si fa sentire e tocca i massimi da settembre 2012.

I beni energetici restano i protagonisti dell’accelerazione, segnando un +22,9% annuo, sulla spinta innanzitutto della cosiddetta componente regolamentata (+37%), ovvero le tariffe di luce e gas, e poi di quella non regolamentata (+15%), tra cui carburanti ed energia elettrica a mercato libero. Accelerano, ma in misura minore, i prezzi dei Beni alimentari lavorati (+1,4%). Anche nell’Eurozona a guidare la crescita dell’inflazione, nei dati Eurostat, è l’energia con +23,5%.

Proprio l’aumento dei costi energetici è stato uno dei temi al centro dell’incontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ed il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, secondo cui i rischi di approvvigionamento di materiali come i semiconduttori “sono già reali: è essenziale – sostiene – che l’Europa sia più indipendente sulla produzione”.

(di Barbara Marchegiani/ANSA).