Elezioni Comites Madrid, Cicco: “Essere utili alla Comunità”

MADRID – Il desiderio “di aiutare ed essere utile alla comunità”. Ecco, questo è quanto ha spinto Alvaro Cicco a candidarsi alle prossime elezioni per il rinnovo del Comites di Madrid. È imprenditore di professione, confessa alla “Voce”, e ritiene che il Comites sia uno strumento assai utile per raggiungere il suo scopo, in quanto “ponte reale tra comunità e istituzioni italiane”.

Incontriamo Cicco nei pressi della stazione della Metropolitana “Moncloa”. Seduti al tavolo di un bar “madrileño” che ha allestito una pedana all’esterno, ci parla dei Comites, delle sue aspirazioni, delle necessità della nostra comunità e di altri argomenti. Lo fa apertamente, con schiettezza, sottolineando le parole con il tono della voce, intrattenendosi nelle spiegazioni ogni qualvolta ritiene che l’argomento lo meriti. Per rompere il ghiaccio, chiediamo immediatamente:

– Perché i connazionali dovrebbero votare “Azzurra” e non altre liste?

– Ho già partecipato, nel 2015, alle elezioni del Comites – ha spiegato, accennando un sorriso nel ricordare la sua prima “avventura” elettorale -. Allora le regole erano un po’ diverse rispetto alle attuali: la presentazione della lista, ad esempio, doveva essere accompagnata da 200 firme a suo sostegno. Non riuscimmo a raccoglierle. Cosa mi ha spinto a ripresentarmi? Il desiderio di aiutare i connazionali. Vivo in Spagna da 26 anni. Non è poco.

Alvaro Cicco, candidato al Comites-Madrid

Ha commentato che “il Comites, in Spagna, è tutt’ora poco conosciuto”. Eppure, a suo avviso, “è uno strumento molto utile: è il ponte tra i connazionali e i servizi consolari”. Prosegue:

– Fortunatamente non ne ho mai  avuto bisogno. Ma, da ciò che mi è stato riferito, i tempi di risposta sono molto lunghi. A volte, non si riesce a risolvere le pratiche burocratiche. Ciò mi ha persuaso a presentare una lista alle elezioni per il rinnovo dei Comites. Nell’orizzonte della vita possono cambiare tantissime cose. Per il momento, non nutro ambizioni politiche. Sono un imprenditore e voglio continuare ad esserlo.

– Quali sono le principali offerte nel programma della lista “Azzurra”?

– Come imprenditore, sono abituato ad una visione a 360 gradi – ha commentato -. Il nostro programma è stato costruito con questo criterio.  Al centro, ovviamente, ci sono i connazionali.

– Cosa vuol dire un programma a 360 gradi?

– Nella Circoscrizione Consolare di Madrid gli iscritti all’Aire sono circa 66mila – ha spiegato -. Sappiamo che in realtà i connazionali residenti sono molti di più. Quando parlo di visione a 360 gradi, mi riferisco a un progetto a 5 anni il cui obiettivo sia quello di far conoscere il Comites e di far capire a tutti gli italiani la sua importanza. Inoltre, ha lo scopo di incoraggiare l’iscrizione all’Aire, spiegandone i vantaggi.

Ha aggiunto che nelle periferie vivono tanti connazionali: “c’è chi lavora nelle multinazionali, c’è chi è imprenditore, c’è il pensionato ed anche il giovane”. Quindi, ha sostenuto, persone con problematiche differenti.

–  Parlo di visione a 360 gradi – ha precisato – perché in 5 anni cambierà molto la realtà del mercato del lavoro; anche la forma di vivere. Insomma, cambieranno tante cose. Al centro di tutto, però, resta il nostro connazionale. Bisogna avere una visione completa di quanto accade attorno per aiutarlo.

Considera che “i compiti del Comites sono ben definiti dalla legge”. Puntualizza:

– Serve per assistere i connazionali nel disbrigo delle pratiche burocratiche presso il Consolato, per migliorare i loro rapporti con il Consolato. Deve aiutare le imprese italiane e gli imprenditori italiani che sono in Spagna. È vero, c’è la Camera di Commercio. È una nostra alleata e noi siamo un suo alleato. Per noi che il connazionale sia imprenditore o no, poco importa. È semplicemente un connazionale. Da lì deriva la nostra visione a 360 gradi.

 

Lavorare nella periferia

La nostra comunità nella Circoscrizione Consolare di Madrid è assai numerosa e in continua crescita. Non esistendo ancora punti importanti di riferimento o di aggregazione, diventa una realtà invisibile. Il rischio è che il processo di assimilazione possa avere il sopravvento su quello di integrazione. E, quindi, nonostante la vicinanza con l’Italia, si perda parte delle tradizioni e della cultura del paese d’origine. Chiediamo:

– In questo contesto, come tessere una rete di relazioni che permettano di far conoscere le attività del Comites?

–  Innanzitutto, come a Madrid, c’è una lista “Azzurra” a Barcellona e alle Canarie – ha precisato -. Le Canarie sono un territorio nuovo. Fino a qualche mese fa apparteneva alla Circoscrizione Consolare di Madrid. Noi lavoreremo nelle periferie. Perché? Perché se a Madrid ti serve il passaporto, il Consolato ce l’hai vicino. Sei vivi nella “Comunidad de Madrid”, anche se non nella capitale, il Consolato è comunque vicino. Ma se vivi, per esempio, nel Paese Basco non è più così. Quindi, lavoreremo molto per aiutare chi vive lontano dalla capitale. Gli italiani non risiedono solo a Madrid o a Malaga. Ve ne sono tanti a Marbella, a Cadice… dobbiamo poter aiutare tutti.

– Quali crede che siano i maggiori problemi che deve affrontare la Comunità italiana della Circoscrizione di Madrid?

– Innanzitutto, i documenti – ha affermato -.  L’italiano va al Consolato e si trova di fronte ad ostacoli inattesi. In primis, si rende conto che per il rilascio di qualunque documento è necessaria l’iscrizione all’Aire. Se non sei iscritto all’Aire, per il Consolato non esisti. Sei un turista…

Cicco, quindi, ha illustrato che, nell’ambito del programma della lista “Azzurra”, c’è l’organizzazione di corsi di aggiornamento professionale per tutti i settori. Ha puntualizzato che, comunque, non è necessario essere presidente del Comites per lavorare a favore della comunità.

– L’importante – ha insistito – è esserne membro. Il Comites è composto da 12 persone. Puoi lavorare da presidente, se sei eletto, o da semplice consigliere. È un gruppo di lavoro. L’incarico non ha importanza.

Ha commentato che il Comites è un organismo apolitico, “anche se ognuno dei Consiglieri ha un suo orientamento ideologico”.

– Dobbiamo essere in grado di ascoltare tutti – ha affermato -. Spesso si pensa che il Comites sia un partito. No, non lo è. È un’istituzione dello Stato. Funge da collettore tra noi connazionali e le autorità consolari. Arrivano tanti, tantissimi ragazzi. Alcuni si rivolgono al Comites, chiedono: “Vengo a Madrid, è facile trovare lavoro?”. Sì e no, dipende da tante cose. Ad esempio, parli lo spagnolo? Per trovare lavoro devi poter comunicare. Noi, come Comites, potremmo organizzare corsi di spagnolo ed altri eventi.

 

Doppia cittadinanza

L’integrazione nel tessuto sociale di un paese è possibile solo se all’emigrante vengono riconosciuti tutti i diritti. Non solo quello del lavoro ma anche quello politico. Votare ed essere votato vuol dire poter contribuire a decidere il proprio futuro e quello dei propri figli; significa partecipare alla vita del Paese. Uno strumento per promuovere l’integrazione è il riconoscimento della doppia cittadinanza. Cicco considera che, più che parlare di doppia cittadinanza, sia importante lavorare sulle esigenze reali delle comunità sparse per il territorio.

– Integrarsi economicamente non è complicato. Fare amici neanche. Ma non si può parlare di vera integrazione se oltre ai doveri non si hanno tutti i diritti, compresi quelli politici. Senza il voto, senza la possibilità di poter essere eletto, sarai sempre un cittadino di serie B – insistiamo.

– Noi, in Spagna, votiamo alle Comunali e possiamo decidere di votare alle europee

– È vero, ma non possiamo votare alle politiche e tantomeno essere eletti…

– Non puoi votare o candidarti perché non sei spagnolo – ha ammesso -. La doppia cittadinanza… Ci sono forse altri passi che potremmo studiare…

– Aprire un dibattito in seno alla nostra comunità, creare una corrente d’opinione e sensibilizzare il mondo politico spagnolo e italiano potrebbe essere una iniziativa del Comites… toccherà naturalmente alla diplomazia fare il resto…

Il logotipo che identifica “Azzurra”, la lista di Alvaro Cicco

– Ho ascoltato opinioni contrastanti sulla doppia cittadinanza – ha commentato senza nascondere la propria perplessità -. Credo che per il momento dovremmo partire dalla base, dalla pietra angolare di quello che è il Comites: uno strumento per aiutare i connazionali.

Dopo una breve pausa, ha proseguito:

– Come lista “Azzurra” non facciamo promesse che sappiamo che saranno difficili da mantenere.

Cambiamo argomento. Chiediamo:

– Come è riuscito a costruire una sua lista; a convincere un gruppo di persone ad accompagnarla in questa avventura?

– La lista – ha spiegato – è costituita, nella sua stragrande maggioranza, da persone che conosco da tempo. Ho spiegato loro qual era il concetto principale: porre il connazionale al centro del progetto, ascoltare tutti e lavorare su ciò che si può fare. L’importante è aiutare il connazionale. Ecco, credo che sia questo il compito dei Comites. Nella mia lista ci sono medici, imprenditori, impiegati… persone normali.

Ci ha tenuto a sottolineare che quello dei Consiglieri del Comites è un lavoro “ad honorem”. E, cioè, nessuno percepisce remunerazioni. I finanziamenti che riceve il “Comites saranno utilizzati per coprire le spese di quei Consiglieri che, per assistere alle assemblee, devono viaggiare e pernottare a Madrid, poiché residenti in altre città della Circoscrizione Consolare”. Saranno impiegati per realizzare attività sul territorio o per partecipare a manifestazioni. Ad esempio, a “Passione Italia”

Per concludere sostiene che la sua idea di Comites è quella di un organismo aperto a tutti:

– Saranno costituiti gruppi di lavoro ai quali potranno partecipare anche persone estranee al Comites. Ad esempio, si è presentata una lista della scuola che è stata bocciata. Qualora dovesse formarsi una Commissione Scuola, se quelle persone lo desiderassero potrebbero partecipare. Saranno benvenute. Quanta più pluralità, quante più opinioni riusciamo ad ottenere, tanto più possiamo aiutare i connazionali.

Mauro Bafile

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