Amendola a Madrid: “Italia e Spagna, una relazione strategica”

Vincenzo Amendola, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli Affari Europei, e l'Ambasciatore d'Italia in Spagna, Riccardo Guariglia (Foto Paolo Manganelli/Cortesia Ambasciata d'Italia in Spagna)

MADRID – “L’ambizione di Italia e Spagna non è quella di creare un blocco mediterraneo  ma piuttosto di fare proposte che vadano bene ai 27 stati dell’Unione Europea”. Lo ha affermato Vincenzo Amendola, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli Affari Europei.

– Italia e Spagna non vogliono essere il sud che si contrappone al Nord o all’Est – ha insistito il Sottosegretario -. Abbiamo specificità geografiche comuni. Siamo proiettati verso l’Africa più di altri paesi. È vero. Ma lo è anche che lo sviluppo di una cooperazione tra Europa e Africa è nell’interesse di tutti i 27. La nostra meta è quella di promuovere per l’Europa proposte valide per tutti.

Quindi nessun “club mediterraneo”, nonostante Italia e Spagna, come riporta giustamente nel suo portale la nostra Ambasciata, rappresentino il 25 per cento della popolazione e il 20 per centro del Prodotto Interno Lordo dei 27 stati membri dell’Unione Europea.

L’incontro della stampa con il sottosegretario Vincenzo Amendola, accompagnato per l’occasione dall’Ambasciatore d’Italia in Spagna, Riccardo Guariglia, e dalla responsabile dell’Ufficio Politico e Stampa della nostra Ambasciata, Teodora Danisi, è avvenuto prima del colloquio con Manuel de la Rocha, Segretario Generale per gli Affari Economici e il G20 della presidenza del Governo e Consigliere economico del presidente Sánchez; e dopo le riunioni con il Direttore del “Real Instituto Elcano”, Charles Powell, e i ricercatori Ignacio Molina e Miguel Otero; con il presidente della Commissione Affari Esteri, Pau Marí Klose, e della Commissione mista per l’Ue, Susana Sumelzo Jordán; con il Sottosegretario di Stato per l’Unione Europea del Ministero degli Affari esteri spagnolo, Juan González-Barba; e, nella sede della Camera di Commercio Italiana per la Spagna, con esponenti del mondo imprenditoriale italo-spagnolo.

Il sottosegretario, ad inizio della conferenza stampa, ha sottolineato i profondi rapporti di cooperazione, di amicizia e di forte intesa culturale tra i due paesi; rapporti che confermano “una relazione strategica tra Spagna e Italia”

– Questa relazione strategica, negli ultimi due anni – ha evidenziato -, ha portato ad alcune battaglie comuni come quelle sui vaccini e sul Next Generation, che sono state molto decisive. Adesso dobbiamo continuare a riformare l’Unione europea e quindi i negoziati che si sono aperti, soprattutto quelli del “green deal”, il cosiddetto “Fit for fifty five”, la riforma del Patto di stabilità e crescita, la riforma degli aiuti di Stato, e l’implementazione del “Next Generation” che riguarda questi due paesi.

Ha spiegato che Italia e Spagna sono tra i paesi che più chiedono “all’Europa di andare avanti, di avere forme di integrazione, di avere forme anche di protezione sociale”.

– Quindi, a conferma di questo buono stato di rapporti dell’agenda comune – ha proseguito – continueremo a lavorare.

Ad una nostra domanda se nel corso degli incontri sia stato affrontato il tema dell’emigrazione, il sottosegretario ha spiegato che negli ultimi due Consigli europei Italia e Spagna hanno proposto di investire sugli otto paesi di origine e di transito dei flussi migratori.

– È la strategia che abbiamo proposto al Consiglio europeo prima delle vacanze – ha detto -. Italia e Spagna, insieme ad altri paesi, spingono per realizzare azioni coerenti. Questo ci aiuterà anche a rendere più semplice il negoziato sul Patto per le migrazioni interne e l’asilo. È la prima volta che riusciamo, con fondi europei e con un’azione coordinata, a portare l’Unione Europea fuori dai suoi confini, entrando in Africa e fare cooperazione. Questo significa anche “green deal”, scambio tecnologico, salti di qualità nella capacità organizzativa, amministrativa di tanti Stati africani. È un progetto su cui stiamo lavorando insieme.

In quanto alla leadership europea e all’uscita dalla scena politica di Angela Merkel, il sottosegretario ha detto che si è coscienti che in Europa sia necessaria una leadership che, al di là del proprio interesse nazionale, abbia nell’orizzonte il bene comune dei 27 Stati che compongono l’Unione.

Per quel che riguarda il “patto di stabilità e crescita” che ha inciso fortemente sulla politica economica dell’Unione Europea prima della pandemia, il Sottosegretario Amendola ha commentato che, come affermato anche dal Commissario Gentiloni, l’argomento non solo sarà tema di riflessione, ma anche di dibattito per analizzare come riformare le procedure.

– Il patto di stabilità e crescita, anche prima del Sars Covid – ha detto -, non garantiva crescita economica competitiva al continente europeo rispetto ad altri giganti come Stati Uniti e Cina. Quindi quello che faremo noi, insieme alla Spagna, sarà evitare un dibattito ideologico in Europa. Cercheremo di far comprendere che i debiti europei sono aumentati, a seguito delle spese relative al Sars Covid.

Ha precisato che, a suo avviso, per gli impegni futuri, “dalla transizione green a quella digitale, e dalla difesa comune alla cooperazione, un patto di stabilità che non permettesse investimenti non risulterebbe utile”. Quindi, ha detto, “è tempo che si proceda ad una riforma delle procedure, tale da mettere l’Europa in condizione di competere”.

Pur sapendo che non è materia di competenza del sottosegretario, non potevamo esimerci dall’affrontare una tematica attorno alla quale si sta creando una corrente d’opinione che, dopo l’accordo firmato tra Spagna e Francia, ha preso forza in seno alla nostra comunità: la doppia cittadinanza.  Alla domanda del nostro Giornale, in questa occasione, ha risposto l’Ambasciatore Guariglia, presente alla conferenza stampa.  Ha spiegato che l’argomento è oggetto di studio.

– Non è una mancanza di volontà – ha assicurato -. Si tratta di negoziati delicati che necessitano tempo.

Mauro Bafile