Cop26, Greta resta fuori: “parole vuote,un fallimento”

Corteo "sciopero del clima" a Glasgow durante la Cop26. (ANSA)

GLASGOW.  – Alla Cop26 di Glasgow oggi è stata giornata dedicata ai giovani. Ma la giovane per eccellenza che si occupa di clima, quella che ha imposto la voce di ragazze e ragazzi sul problema, ha scelto di rimanere fuori. Greta Thunberg ha organizzato una manifestazione nel centro di Glasgow, per il consueto sciopero del clima che fa tutti i venerdì.

Alla Cop non aveva voluto andare dall’inizio, anche se le avessero steso il tappeto rosso. Per celebrare l’appuntamento del venerdì a Glasgow ha fatto parlare per tre ore sul palco giovani attivisti dai paesi meno sviluppati, che hanno attaccato duramente i potenti del mondo. Poi è intervenuta dicendo che la Cop26 è un fallimento: “bei discorsi”, “parole vuote” , “bla bla bla”.

Non tutti i ragazzi però la pensano come lei. A Glasgow, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha presentato oggi il documento finale della Youth4Climate, la conferenza dei giovani sul clima voluta dallo stato italiano a settembre a MIlano. E ha ribadito quanto annunciato giorni fa: il governo italiano mette i soldi perché la Youth4Climate si ripeta tutti gli anni.

Allo sciopero del clima di Greta hanno partecipato 25.000 persone per gli organizzatori, 5.000 per la polizia. In ogni caso erano tanti, allegri e pacifici. Hanno sfilato con cartelli e striscioni dal Kelvingrove Park fino alla centrale George Square, scandendo lo slogan di Fridays For Future: “Cosa vogliamo? Giustizia climatica! Quando la vogliamo? Ora!”. In testa al corteo, una rappresentanza di popoli dell’Amazzonia con i titpici copricapi di piume.

Greta a sfilare non c’era. E sul palco di George Square è arrivata solo all’ultimo. Prima di lei, per tre ore si sono susseguiti giovani attivisti di paesi meno sviluppati e comunità indigene: Colombia, Pakistan, Brasile, Ecuador, Uganda, Papua, Filippine.

I toni erano molto radicali, terzomondisti e anti-capitalisti. Quasi un ritorno agli anni Settanta, aggiornato con il climate change. Ragazze e ragazzi hanno denunciato l’aggressione dei governi e delle grandi imprese alle loro terre, l’uccisione degli attivisti ambientalisti, il peso della crisi climatica provocata dal “Global North” (i paesi ricchi) che si scarica sul Global South innocente. “Il cambiamento climatico è radicato nello sfruttamento capitalistico”, riassume un giovane filippino.

Alla fine, arrivano le star. Prima l’ugandese Vanessa Nakate, che in mattinata aveva incontrato il principe Carlo: “Quanto dovrà passare prima che i leader delle nazioni capiscano che la loro inazione distrugge l’ambiente?”. Poi arriva Greta, e va diritta al punto: “E’ chiaro a tutti che la CoP26 è un fallimento. É un evento di pubbliche relazioni dove si fann  bei discorsi e begli annunci, ma poi i paesi del Global North rifiutano ogni drastica azione climatica. É una celebrazione del bla bla bla, e la gente più colpita dalla crisi climática resta inascoltata”.

“Abbiamo bisogno di un drastico e immediato taglio delle emissioni – aggiunge -. Ma dobbiamo cambiare fondamentalmente la nostra societá. La crisi climatica nasce dal principio che chi ha di piu’ ha il diritto di sfruttare gli altri. Ma questo non si dice alla Cop, e’ sgradevole”.

Dentro la conferenza intanto, il presidente Alok Sharma dice che bisogna ascoltare “la potente chiamata dei giovani”, e il ministro italiano della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, gli presenta il documento finale della Youth4Climate di Milano, sottoscritto da 400 giovani delegati da tutto il mondo.

É un modo per passare “dalla protesta alla proposta”, dice Cingolani, e ribadisce quanto annunciato a Glasgow giorni fa: la Y4C diventerà un appuntamento fisso annuale, il governo italiano per questo stanzierà 3 o 4 milioni ogni volta.

(di Stefano Secondin/ANSA)

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