Napoli terzo mondo? Servillo: “Non vivrei altrove”

Il poster del film "E' stata la mano di Dio" di Paolo Sorrentino
Il poster del film "E' stata la mano di Dio" di Paolo Sorrentino

NAPOLI. – Non è la prima volta e forse non sarà l’ultima: il quotidiano francese Le Figaro pubblica un reportage su Napoli “città da terzo mondo”. Nel giorno della premiere di E’ stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, film ambientato nella Napoli anni ’80 folle per Diego Maradona e con scene cartolina con il bagno della famigliona del protagonista in costiera, al lungomare di Castel dell’Ovo dove il protagonista alter ego Fabietto (Filippo Scotti) porta in vespa i genitori interpretati da Teresa Saponangelo e Toni Servillo, una risposta possibile arriva proprio da loro.

“Amo Napoli profondamente, sono in debito costante con questa città, le sue arti, il suo spettacolo, non saprei vivere da nessun altra parte del mondo, amo questo terzo mondo”, dice Servillo ricordando la grande creatività. “Questo di Sorrentino è il terzo film che ho girato quest’anno con autori napoletani, Mario Martone Qui rido io e Leonardo di Costanzo con Ariaferma, mi sembrano testimonianze di grande vitalità. Se poi vogliamo dire che cose non vanno, vero, accade in tutte le grandi città e il Covid ha livellato i disagi che ormai appartengono a tutte le metropoli, non è una specificità napoletana direi”, risponde Servillo.

“Napoli si difende benissimo da sola, se la cava egregiamente da tantissimo tempo e non è facile – aggiunge Sorrentino precisando di voler star fuori da politica e sociologia – diventare altro da quello che è”. Napoli sono anche i ricordi che rendono dolce la giornata e che accomunano Sorrentino e Servillo: oggi quest’ultimo è il padre divertente e un po’ cialtrone del film, 20 anni fa era il protagonista del primo film di Paolo L’uomo in più.

“Quel set è diventato fonte di risate ancora ci ricordiamo cose che accaddero e che danno l’idea di questa città. Era un set affollato – ricorda Servillo – si avvicinarono dei ragazzini, dei scugnizzielli e ci dissero che girate? Rispondemmo L’uomo in più. E loro replicarono ‘ah l’abbiamo già visto!”. Questo aneddoto ce lo siamo ripetuto tante volte”.

E Sorrentino ne aggiunge un altro: “stavamo girando una scena dentro una macchina decappottabile molto piccola con 5 persone dentro. Un ragazzo si ferma e dice ‘ho capito si chiama L’uomo in più nel senso che state stretti in una macchina. Ecco il terzo mondo!”.

Agli attori Sorrentino ha chiesto verità. “Mi ha chiesto il coraggio della verità”, spiega Filippo Scotti, Fabietto con il compito di interpretare il suo alter ego mentre a Teresa Saponangelo che interpreta la madre, spiritosa, giocosa, innamorata Sorrentino, rivela l’attrice, “mi ha mostrato due foto della mamma persa a 16 anni e io mi sono sentita un enorme responsabilità”.

La genitorialità mancata prematuramente, il tema dei padri è un sottotema di E’ stata la mano di Dio “un padre – spiega Servillo – che sentendosi inadeguato finisce per essere simpatico nella sua cialtroneria”. Luisa Ranieri è la zia “diversa, che si sente altro dal mondo dei parenti, fuori posto, provocatoria”. E’ lei, conturbante, esibizionista, con una bellezza spaesante (“sono uno dei pochi personaggi inventati, ma l’ho saputo dopo le riprese”) ad avere un feeling con Fabietto, il suo nipote preferito.

(dell’inviata Alessandra Magliaro/ANSA)