Elezione Comites Madrid, Testoni e Albani: “Giusto rivendicare l’orientamento liberal-democratico”

Sergio Albani e Michele Testoni

MADRID – Impegno politico e desiderio di essere d’aiuto sono la molla che ha spinto Michele Testoni, professore di Relazioni Internazionali dell’IE University, e Sergio Albani, astrofisico responsabile delle attività di ricerche e sviluppo presso il Centro Satellitare dell’Unione Europea, a rompere ogni indugio e a candidarsi per la rielezione del Comites nella lista “Italiani Democratici Madrid”.

Professionisti affermati, ma, proprio per questo estremamente impegnati, e famiglie che sicuramente reclamano la loro attenzione. Tuttavia, Testoni e Albani hanno messo nel cassetto, almeno per il momento, progetti e interessi personali per dedicare parte del loro tempo ad aiutare a risolvere i problemi della comunità. Perché?

L’astrofisico Sergio Albani

– Vivo in Spagna da quasi undici anni – ha commentato Sergio Albani nel rispondere alla domanda della “Voce” -. I primi tempi non sono stati facili. Mi sono reso conto subito di quanto fosse complicato vivere in un paese straniero, senza la famiglia, senza gli amici, e in una società con tradizioni e cultura diverse… Il Comites mi offre l’occasione di fare un passo in più; l’opportunità di realizzare iniziative e progetti concreti non solo per informare e orientare i connazionali, come ho sempre fatto fino ad oggi, ma anche per aiutarli in modo tangibile e contribuire alla loro integrazione nel tessuto sociale e culturale del Paese.

Michele Testoni coincide con Albani, e va oltre.

– Per motivi familiari e personali – ha confessato – ho sempre cercato di partecipare alla vita pubblica e politica della mia comunità di riferimento. L’ho fatto quando ero in Italia e ho provato a farlo a Madrid. Il Comites è l’istituzione per eccellenza attraverso la quale, a mio avviso, si può contribuire alla vita pubblica e politica della nostra comunità. A maggior ragione oggi, dopo la riforma costituzionale in Italia, che ha ridotto drasticamente il peso specifico della nostra rappresentanza parlamentare.

 

L’appartenenza all’area progressista

Lo Starbucks nei pressi della nostra Ambasciata non è molto frequentato, forse complice l’ora in cui si svolge la nostra conversazione. Tra un cappuccino e un caffè, con in sottofondo una vecchia canzone degli anni ’90 e il mormorio dei pochi clienti che occupano qua e là le poltroncine del locale, Testoni e Albani rispondono alle nostre domande alternandosi: a volte spiegando ed altre precisando.

– La vostra lista si identifica ideologicamente con le correnti politiche progressiste italiane e spagnole. Non ne fa mistero. Perché andare controtendenza? Perché identificare la lista con una corrente di pensiero, con un settore politico, quando le altre predicano giusto il contrario e si dissociano da ogni appartenenza politica?

Testoni non ha dubbi. Lo ha manifestato all’istante e in maniera categorica:

– Perché è giusto che sia così. Farei una distinzione tra “lista civica” e “lista apartitica”. Sono due cose profondamente diverse. La nostra la definirei “lista civica” perché, pur identificandosi con certi valori, non ha un simbolo riconoscibile. Certo appartiene a una famiglia che ha ideali e valori comuni. Credo che sia giusto sottolineare questa appartenenza, questa specificità culturale e politica. È nella politica che si trovano le chiavi d’interpretazione della società e, dunque, le risposte da dare ai problemi e ai bisogni della comunità. Senza chiavi di interpretazione, si rischia di agire privi di una visione di lungo periodo, sempre in modo reattivo e mai proattivo. E questa è una cosa che a me non piace.

Albani ha fatto notare che “tutte le liste che si presentano alle elezioni per il rinnovo del Comites rivendicano la loro natura apartitica”.

– Considero giusto, invece, quanto affermato da Michele – ha sottolineato -. Credo che sia stato onesto indicare agli elettori il nostro orientamento. Nell’inserire la parola “Democratici” nel nome, si lascia intendere l’indirizzo progressista e liberal-democratico della lista. È una visione della società che si riflette, poi, nel nostro programma. Gli elettori giudicheranno chi eleggere analizzando le proposte. Credo che sia fondamentale dare l’idea del cammino che si intende percorrere per raggiungere gli obiettivi. A mio avviso, è una maniera trasparente di presentarsi.

Insomma, dare agli elettori, che sono poi coloro che dovranno promuovere o bocciare le liste in lizza, gli strumenti d’analisi e la chiave di lettura delle proposte e offerte elettorali.

– Il programma della lista “Italiani Democratici Madrid” si riassume in sei punti. Su quali di questi vi impegnerete, porrete l’accento?

Il professore Michele Testoni

Testoni ha spiegato che i sei punti che propone la sua lista sono la “cornice che accomuna tutti i suoi integranti”.

– Gli spagnoli – ha precisato sorridendo – direbbero che sono il “telón de fondo”. Nel mio caso specifico, m’impegnerò soprattutto nel tema della doppia cittadinanza. Siamo l’unica, delle tre liste in competizione, che lo rivendica nel suo programma. Credo che sia fondamentale per poter garantire alla nostra comunità la partecipazione piena alla vita politica e pubblica del paese in cui viviamo. L’inclusione di noi italiani in Spagna è massima, ma ha dei limiti: mancano i diritti politici. Io non posso votare nelle due istituzioni principali che decidono se aumentare o abbassare le tasse che io pago, come qualunque cittadino. Non posso candidarmi a deputato o senatore e neanche contribuire col mio voto a determinare chi governerà questo paese. Credo che non sia accettabile, soprattutto in uno spazio comune di relazioni economiche, politiche e anche sentimentali quale è ormai l’Unione Europea. Il mio impegno, a prescindere dalla collegialità dei sei punti, sarà quello di battermi per un diritto, per permettere agli italiani che lo desiderano di acquisire anche la cittadinanza spagnola senza per questo, come accade oggi, dover rinunciare a quella di origine. Lo considero un aspetto fondamentale per arrivare a una completa integrazione.

Albani ha ritenuto che “il programma della sua lista sia molto completo poiché abbraccia sei punti diversi tra di loro ma complementari”. Ha commentato che “riuscendo a lavorare su ognuno di essi si potrà fare moltissimo per gli italiani che vivono in Spagna. E ha aggiunto:

– Mi preme sottolineare che la nostra è l’unica lista che ha istituito una serie di commissioni. Ciascuna di esse si occuperà di un tema specifico del programma. Io, ad esempio, cercherò di contribuire a trovare formule per migliorare i servizi consolari. Perché? Perché i servizi consolari sono assolutamente fondamentali per noi italiani che viviamo all’estero. Spaziano dal classico tema del rinnovo di un documento, quindi la carta d’identità, fino al rilascio di certificati. C’è poi un altro tema importante: l’assistenza agli italiani che si trovano all’estero e che, per qualunque ragione, hanno bisogno di supporti, di aiuti da parte delle autorità consolari. In questi giorni di campagna elettorale tanti connazionali anzi, quasi tutti quelli con i quali ho interagito, hanno manifestato il loro desiderio di avere servizi consolari efficienti. Insomma, che funzionino meglio. È questo un tema che accomuna tantissimi italiani in Spagna. Vorremmo lavorare proprio su questo. Come? A Madrid, oggi, abbiamo una Cancelleria Consolare. Quindi, un’istituzione con un certo numero di risorse a disposizione. Se tornasse ad essere un Consolato, si avrebbe automaticamente un aumento di quelle risorse. Forse, non risolvererebbe tutti i problemi, ma sicuramente contribuirebbe a migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi. Questo sarà il mio impegno.

 

Sposarsi con una spagnola

Torniamo su un argomento che ci preme particolarmente: la doppia cittadinanza. Gli italiani in Spagna hanno gli stessi doveri di un qualunque cittadino nato nella penisola. Ma gli è negata la partecipazione politica. O, ad onore della verità, gli è permessa solo a certi livelli. Non oltre. Eppure, questo è un diritto fondamentale per sentirsi parte del Paese. Il Comites ha ruoli ben precisi. Indispensabile limitarsi a quanto stabilito dalla Legge o è possibile assumere responsabilità che vanno oltre? Si potrebbe creare una corrente d’opinione, sensibilizzare la politica spagnola e quella italiana sull’importanza   che ha, per un cittadino, essere protagonisti e non semplici spettatori, nell’ambito politico? E non solo, si potrebbero ridurre al minimo, qualora si giungesse ad un accordo di doppia cittadinanza, i tempi per farne richiesta? Insomma, che non si pretendano dieci o più anni di residenza?

– L’alternativa è sposarsi con un cittadino o una cittadina spagnoli – ha affermato con evidente sarcasmo Testoni -. Capita, perché no? Così ottieni la cittadinanza spagnola quasi immediatamente…

– Negli Stati Uniti si combinano i matrimoni per avere la cittadinanza americana…

– Esattamente…

– Ma non è l’ideale

– No, chiaro, ma è un modello – ha affermato. Dopo una breve pausa, forse per ordinare meglio le idee e, quindi, poterle esporre con maggior chiarezza, ha aggiunto:

– Gli accordi di doppia cittadinanza, in fin dei conti, sono un surrogato. Un piano di secondo livello di quello che dovrebbe essere, in realtà, una vera cittadinanza europea. Il Comites, come sappiamo, ha un ruolo limitato. Interagisce solamente con le autorità diplomatiche consolari italiane che sono quelle intitolate poi a parlare sia con Roma sia eventualmente con le autorità locali. Credo che si possa imbastire una serie di iniziative ludiche, culturali e probabilmente politiche per sensibilizzare sia i connazionali, sia i nostri amici spagnoli sul fatto che questa restrizione, tutti i doveri ma non tutti i diritti, non ha più senso. Naturalmente è una cosa che va gestita bene. Speriamo che i contatti sull’argomento tra i governi di Roma e di Madrid proseguano e vadano a buon fine. Sono convinto che ci siano spazi di manovra, ancorché limitati dai regolamenti e dal budget, per fare campagne di sensibilizzazione e di mobilitazione soprattutto della parte spagnola. Bisogna far capire che avrebbero tanto da guadagnarci. L’interdipendenza culturale, economica finanziaria tra Italia e Spagna, è altissima. Questo potrebbe essere anche un volano.

Abbiamo fatto notare che Italia e Spagna, insieme, rappresentano il 25% della popolazione dell’Unione Europea dei 27 e che il loro Prodotto Interno Lordo è circa il 20% dell’intera UE. Numeri che danno un po’ il senso di quanto importante sia conciliare politiche comuni tra i due paesi.

– Molto è cambiato – ha considerato Testoni -. Stiamo lasciando alle spalle i tempi in cui, nella fine dell’Ottocento e tutto il ventesimo secolo, Italia e Spagna si guardavano con diffidenza reciproca. È una realtà che ormai sta scomparendo. Sono tante le ragioni per le quali Spagna e Italia, sia come Stati sia come popolazioni, dovrebbero avviare un processo di compenetrazione, di collaborazione molto più stretto di quanto fatto fino ad ora. Sono convinto che ci siano gli spazi e le opportunità per farlo. Secondo me, la doppia cittadinanza è un obiettivo giusto, realizzabile e non utopico, per arrivare a una più stretta integrazione; ad una completa inclusione di noi italiani in Spagna e, ovviamente, degli spagnoli in Italia.

 

Burocrazia e inefficienza

Si ritiene spesso, più a torto che a ragione a nostro avviso, che i ritardi e l’inefficienza nei Consolati siano da attribuire a burocrati con poca voglia di lavorare. Si accusa il funzionario allo sportello, quindi chi ha rapporti diretti con l’utenza, di non avere sensibilità e comprensione nei confronti dei connazionali o, semplicemente, di non fare il proprio lavoro. Ma, è davvero così? Lo abbiamo chiesto ad Albani.

– Non è vero che i funzionari siano inefficienti o incompetenti – ha affermato scuotendo negativamente la testa -. C’è da tener conto che le risorse umane a disposizione nei consolati sono poche e oberate di lavoro. Ad oggi, nella circoscrizione consolare di Madrid, sono registrati oltre 100mila connazionali. E saranno tali fino a quando non cominci a lavorare a pieno regime quello di Arona, che assorbirà i circa 30mila residenti nelle Canarie. In queste condizioni, il funzionario non può essere efficiente e solerte. È complicato gestire l’enorme mole di richieste che arriva quotidianamente. Quindi, a nostro avviso, è importante che la Cancelleria torni ad essere Consolato, per avere più risorse da investite nel miglioramento dei servizi. È inoltre necessario modernizzazione i servizi, renderli più agili. Tante persone si lamentano, ad esempio, della procedura per poter prendere un appuntamento per il rinnovo di un documento.

Ha commentato che, “dal punto di vista informatico si potrebbero fare tante cose”. A suo avviso il Comites può intervenire in due modi: “quello diretto, interagendo con le autorità diplomatico-consolati; quello indiretto, creando una corrente d’opinione e organizzando iniziative orientate a esercitare pressioni sulle autorità consolari italiane e anche su quelle spagnole qualora ce ne fosse bisogno”.

– Cosa può accadere? – si è chiesto. E, alla sua domanda, ha risposto per concludere:

– Tramite queste iniziative, attraverso una costante interazione con le autorità consolari, si potrà sicuramente, di pari passo con l’avere più risorse, mettere in piedi sistemi più efficienti. Ricordiamoci che è stato anche grazie al Comites attuale che si è ottenuta la creazione della Circoscrizione Consolare di Arona. Un risultato importante. Sicuramente il Comites che verrà, se vorrà, potrà continuare su questa strada, ed ottenere risultati ancora migliori.

– Condivido tutto quello che ha detto Sergio – è intervenuto Testoni, dopo aver ascoltato attentamente Albani, e, mettendo un punto finale alla nostra conversazione -. Vorrei aggiungere una cosa, su quanto hai affermato del Consolato di Arona e delle Isole Canarie. La sua creazione è un indicatore delle necessità di noi italiani nella circoscrizione consolare di Madrid. Questa è una comunità in crescita. Certo, nel mondo ce ne saranno di più numerose. Ma dobbiamo tener conto che quella di Madrid è anche una circoscrizione estremamente estesa in termini geografici. Con la Circoscrizione delle Canarie si riduce, anche se il suo spazio geografico continua ad essere sempre molto grande. Molti consolati avranno più persone, ma concentrate in estensione territoriali minori.

Mauro Bafile