Clima: in Italia aumentano alluvioni e trombe d’aria

Una tromba d'aria a Comiso, 17 novembre 2021.
Una tromba d'aria a Comiso, 17 novembre 2021. (ANSA) ANSA/ Ignazio Marchese

ROMA. – Trombe d’aria, bombe d’acqua, nubifragi, smottamenti e frane ma anche record di caldo e temperature che sfiorano i 50 gradi. E’ l’Italia flagellata dai fenomeni meteo estremi, che aumentano di anno in anno e che fanno scattare l’allerta (come oggi, ad esempio, che è gialla in otto regioni), che costringono alla chiusura di scuole o alcuni collegamenti marittimi, danneggiano agricoltura e allevamenti.

Emergenze che talvolta fanno anche vittime e per la cui gestione, secondo la Protezione Civile, ogni anno spendiamo 1,55 miliardi, in un rapporto di 1 a 5 tra spese per la prevenzione e quelle per riparare i danni.

Lo afferma e conferma il Rapporto dell’Osservatorio CittàClima 2021 di Legambiente secondo cui dal 2010 al 1 novembre 2021 ci sono stati 1.118 eventi meteorologici estremi (133 nell’ultimo anno, +17,2% rispetto alla scorsa edizione del rapporto) in 602 comuni (+95 rispetto al 2020, quasi +18%) con 261 vittime (9 solo nei primi dieci mesi di quest’anno).

Il Rapporto – realizzato con il contributo del Gruppo Unipol e la collaborazione scientifica di Enel Foundation – evidenzia che Roma è stata la città più colpita (in 10 anni 56 eventi – 9 solo nell’ultimo anno – di cui 32, hanno riguardato allagamenti per piogge intense), seguita da Bari (41 eventi in prevalenza per alluvioni e trombe d’aria) e Milano (con 30 eventi totali, dove sono state almeno 20 le esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro in questi anni).

Lungo tutto lo stivale, sono 14 le aree più colpite, secondo il Rapporto che indica in particolare grandi aree urbane e territori lungo le coste: alle tre città già citate si aggiungono Genova, Ancona e Palermo, mentre le coste più afflitte sono quella romagnola e a nord delle Marche (42 casi), quella della Sicilia orientale e la costa agrigentina (38 e 37 eventi estremi).

Il Rapporto ricorda che a Siracusa l’11 agosto scorso, si è raggiunto il record europeo di 48,8 gradi centigradi, nel catanese e siracusano in 48 ore si è registrata una quantità di pioggia pari a un terzo di quella annuale. Inoltre, proprio questa parte dell’isola è stata teatro di devastazione per il “medicane” (Ciclone tropicale mediterraneo) Apollo. Non sono risparmiate l’area metropolitana di Napoli (31 eventi estremi), il Ponente ligure e la provincia di Cuneo, con 28 casi in tutto, il Salento (18), la costa nord Toscana (17), il nord della Sardegna (12) e il sud dell’isola con 9 casi.

Contro l’escalation di questi eventi, che peggiorano di anno in anno, Legambiente ricorda che “siamo l’unico grande Paese europeo senza un piano di adattamento al clima e continuiamo a rincorrere le emergenze. E’ necessario individuare le aree prioritarie da mettere in sicurezza con politiche nuove, per orientare in modo efficace le risorse del Pnrr” (Piano nazionale di ripresa e resilienza).

Quattro le azioni che la ong ambientalista indica come necessarie: oltre ad approvare il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, stilare un programma di finanziamento e intervento per le 14 aree del Paese più colpite, rafforzare il ruolo delle Autorità di Distretto e dei Comuni negli interventi contro il dissesto idrogeologico e rivedere le norme urbanistiche per salvare le persone dagli impatti del clima. Quattro priorità che Legambiente suggerisce “per aumentare la resilienza e ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici”.

(di Stefania De Francesco/ANSA)

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