Boom di contagi tra bimbi in Francia, Germania travolta

Un cittadino con mascherina sotto la Torre Eiffel di Parigi.
Un cittadino con mascherina sotto la Torre Eiffel di Parigi. (ANSA)

ROMA.  – L’Europa è di nuovo costretta a mobilitare tutto il suo arsenale per evitare un inverno devastante a causa della pandemia. E così si riaffacciano le restrizioni, anche draconiane, che si sperava fossero state archiviate.

La Francia si prepara ad un ulteriore giro di vite per salvare le feste di Natale, spaventata da una crescita mai vista di contagi tra i bambini. La Slovacchia, dopo l’Austria, ritorna in lockdown. In Germania anche Angela Merkel avrebbe voluto chiudere tutti in casa, ma i leader della prossima coalizione di governo hanno respinto la richiesta, nonostante numeri da bollettino di guerra.

Il Vecchio Continente è malato sempre più gravemente, con oltre 2,5 milioni di contagi, quasi 30mila decessi nell’ultima settimana ed una tendenza in aumento. Soprattutto perché, ha rilevato l’Oms, il 45-47% della popolazione europea non è vaccinata, così come la maggior parte delle persone in terapia intensiva.

Anche il Centro europeo per le malattie, l’Ecdc, ha insistito sui vaccini, ma ha chiesto ai governi un sforzo ulteriore, anche se impopolare: adottare “misure non farmaceutiche”, ossia rigide restrizioni ai contatti sociali.

La Francia è pronta a fare sul serio, anche perché è esploso il tasso di incidenza nei bambini tra i 6 ed i 10 anni: 340 casi per 100.000 abitanti, mentre la media nazionale per gli adulti è di 191. Il governo ha preparato uno schema di contromisure basato sul rafforzamento del distanziamento e del Green pass e sull’accelerazione della campagna di richiami vaccinali, che saranno annunciati domani dal ministro della Salute Olivier Veran, con l’obiettivo di “salvare le feste”, ha anticipato il portavoce del governo, Gabriel Attal.

In Germania, dove gli esperti stimano che l’incidenza del Covid sia fuori controllo (impressionante il record di quasi 67mila nuovi contagi), la cancelliera Angela Merkel si è convinta della necessità di una linea durissima. Tanto da proporre, in un incontro riservato con Spd, Verdi e Liberali, un lockdown immediato fino all’8 dicembre, secondo quanto riporta la Bild.

La proposta però è stata respinta dai leader del prossimo governo, che evidentemente temono proteste. “La situazione è seria”, ha ammesso il futuro cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, limitandosi però ad annunciare la costituzione di un’unità di crisi sulla pandemia.

La Slovacchia invece non ha avuto dubbi nell’andare fino in fondo ed ha imposto un lockdown generale per 15 giorni. Perché bisogna fare i conti con il più alto numero di infezioni pro capite del mondo: oltre 10.300 nuovi casi in 24 ore, su 5 milioni e mezzo di abitanti.

“Un provvedimento impopolare ma assolutamente inevitabile”, ha sottolineato la presidente Zuzana Caputova. In Olanda il ritorno ad un semi-confinamento ha scatenato la violenza dei no vax, ma il premier Mark Rutte non è disposto a fare marcia indietro. Anzi, si prepara a spingersi oltre. L’ipotesi che circola è la chiusura delle scuole.

Di nuove strette si ragiona anche nell’Europa centro-orientale, che paga un enorme ritardo sui vaccini (basta citare il 24% di popolazione immunizzata della Bulgaria rispetto all’86% del Portogallo). La Repubblica Ceca valuta l’obbligo per alcuni gruppi e categorie di persone. In Polonia il governo finora cauto sulle chiusure, ha fatto sapere che potrebbe invertire la rotta se il tasso di infezione non inizierà a diminuire entro la metà di dicembre.

Per scongiurare un inverno di passione si è mobilitata anche la Commissione Ue, che domani presenterà le nuove linee guida sui viaggi. L’idea è di passare da un approccio basato sul Paese di provenienza e le eventuali quarantene ad uno incentrato sul Green pass, che potrebbe avere una validità fissata a 9 mesi.

(di Luca Mirone/ANSA).

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