Missionario italiano ucciso, un arresto dieci anni dopo

Manifestazione per chiedere giustizia per l'assassinio di padre Fausto Tentorio.
Manifestazione per chiedere giustizia per l'assassinio di padre Fausto Tentorio. EPA/FRANCIS R. MALASIG

MILANO. – A dieci anni dall’omicidio, un uomo è stato arrestato per la morte di padre Fausto ‘Pops’ Tentorio, originario di Santa Maria Hoè, nel lecchese, missionario nelle Filippine, ucciso a 59 anni a colpi di pistola il 17 ottobre 2011 mentre si trovava nel cortile della parrocchia di Arakan, nell’isola di Mandalao, dove viveva.

Un vero e proprio attentato nei confronti di un sacerdote diventato simbolo della difesa dell’ambiente e soprattutto delle popolazioni indigene di fronte agli interessi dell’industria mineraria e delle grandi piantagioni.

In manette è finito Ricardo ‘Nene’ Durado, 66 anni, con un mandato d’arresto che risaliva al 2019. E’ stato preso, secondo alcuni media locali, nel suo villaggio. Durado è conosciuto per essere un esponente del Ilaga, un gruppo estremista cristiano paramilitare che negli anni si è reso colpevole di massacri nei confronti delle popolazioni indigene nel Sud delle Filippine. Al gruppo appartenevano anche gli assassini di un altro missionario del Pime Tullio Favali, ucciso nel 1985.

“Sapevamo da subito che il movente non era religioso ma economico” ha raccontato Andrea Tentorio, nipote di Pops. Padre Tentorio era arrivato nelle Filippine in missione nel 1978 ed era consapevole dei rischi che correva nel difendere le popolazioni locali, come ha ricordato Andrea che presiede l’associazione ‘Non dimentichiamo padre Fausto’. “Sapeva di essere un target. Era prudente, ma andava avanti” ha detto.

E adesso a portare avanti i suoi progetti c’è l’associazione che si impegna per la costruzione di scuole e per fornire ai ragazzi i supporti scolastici (50mila quelli aiutati finora) e a tutta la popolazione acqua potabile. E c’è anche padre Peter Geremia, che a quasi 85 anni non ha mai smesso di chiedere giustizia per ‘Pops’. E’ stato lui ad avvisare la famiglia dell’arresto di Durado.

“Ha fatto piacere ricevere la notizia. Vuol dire che la giustizia fa il suo corso, anche se lentamente” ha commentato Andrea mentre è più scettica la sua mamma, Giuliana. “Sono poco convinta. E poi quando ho saputo la notizia, ho guardato la fotografia di padre Fausto e gli ho detto ‘tanto cosa ci interessa? Tu non ci sei più'”.

La speranza è che gli altri quattro sospettati per la morte del sacerdote, che – riferiscono i media locali – sono latitanti, si arrendano dopo l’arresto di Nene. E anche, ha aggiunto Andrea, che l’Italia faccia “sentire il suo peso”. Per questo ha scritto all’ambasciatore nelle Filippine e intende ricontattarlo: “chiediamo che si faccia sentire e faccia pressione perché inizi il processo”.

Nel dicembre del 2011 ci furono due arresti per l’omicidio, due fratelli che però non sono rimasti in carcere. “Padre Peter è soddisfatto. Spera però che gli scagnozzi di quel gruppo fanatico non alzino il tiro e pensino di mettere in atto una risposta”, ha aggiunto assicurando che l’associazione continuerà a portare avanti il lavoro di padre Tentorio.

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