Via libera al governo Scholz, un rigorista alla Salute

Il cancelliere della Germania. Olaf Scholz (ANSA)

BERLINO.  – I tre partiti del “semaforo” tedesco hanno dato il loro via libera e il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz può insediarsi mercoledì 8 dicembre, chiudendo definitivamente l’era Merkel.  Spd, Verdi – gli ultimi a pronunciarsi, oggi – e Liberali vogliono portare la Germania nel futuro “osando il progresso”.

Il Bundeskanzler ha anche presentato la lista dei ministri socialdemocratici, gli unici che mancavano ancora all’appello. Alla casella della Salute arriverà il rigorista Karl Lauterbach, nome scelto sotto la fortissima pressione mediatica e popolare per succedere al cristiano-democratico Jens Spahn, che andrà via in un mare di critiche.

A prendere il testimone del ruolo al momento più complesso, è un medico, accademico, con studi ad Harvard, specializzato in Epidemiologia ed Economia sanitaria, che rappresenta uno dei volti cruciali della pandemia in Germania, affrontata sempre con piglio severo, e indicazioni fornite h 24.

Il nuovo esecutivo avrà poi un’ampia rappresentazione femminile: la metà della squadra, se si esclude il cancelliere. E la “quota” maggiore di sempre dovrà compensare la perdita della Bundeskanzlerin.

Il governo Scholz schiera tre donne in posizioni decisive: agli Esteri, come già noto, ci sarà la verde Annalena Baerbock, alla Difesa Christine Lambrecht (ex ministra della Giustizia e poi della Famiglia) e agli Interni una figura assai poco nota, Nancy Faeser, che si è presentata con la missione di combattere l’estrema destra. Per l’SPD ci sono poi Hubertus Heil, confermato al Lavoro; Svenja Schulze alla Cooperazione allo Sviluppo. Wolfgang Schmidt avrà la delega interna alla Cancelleria. Mentre al nuovo ministero dell’Edilizia è designata Klara Geywitz.

I nomi per gli altri dicasteri erano già stati scelti nei giorni scorsi: per i Verdi, Robert Habeck, vicecancelliere e ministro dell’Economia e del Clima; Cem Oezdemir all’Agricoltura, Steffi Lemke all’Ambiente, Anne Spiegel alla Famiglia e Claudia Roth sottosegretaria alla Cultura.

Per i liberali Christian Lindner sarà ministro delle Finanze, dopo essersi affermato in un decisivo braccio di ferro con gli alleati, Marco Buschmann andrà alla Giustizia, Volker Wissing ai Trasporti e al Digitale, Bettina Stark-Watzinger all’Istruzione.

“La pandemia durerà più a lungo di quanto molti credano. Ma ce la faremo”, ha detto l’uomo del giorno, il 58enne Lauterbach, che ha strappato la nomina dopo molte tensioni interne sul suo nome. “Rafforzeremo il sistema sanitario tedesco, di cui siamo orgogliosi, e lo renderemo più robusto per prepararlo meglio anche alle pandemie future”, l’aggiunta.

Profilo molto accademico, per nulla politico, e soprattutto voce sempre durissima sul fronte delle misure anticovid – ascoltata anche da Merkel – questo professore entrato al Bundestag nel 2005, non ha mai mollato la presa sul Covid, diventando quasi “onnipresente”, come scrivono di lui gli stessi media tedeschi. Fra talkshow, interviste e tweet senza sosta che gli levano il sonno, Lauterbach è ritenuto un profilo molto autorevole, in grado di bilanciare la presenza dei liberali, i quali hanno sempre remato contro le chiusure.

Nella Germania in crisi per la pandemia, dove l’incidenza federale ha toccato i 441,9 casi (su 100 mila abitanti) e molte regioni sono pressione a causa delle terapie intensive strapiene, anche l’FDP di Christian Lindner sta facendo i conti con la realtà e diversi politici, a partire dal leader, si sono espressi del vaccino obbligatorio per tutti.

Scholz,  Habeck e Lindner firmeranno l’accordo di programma di 177 pagine domani mattina e poi si presenteranno alla stampa. Un’intesa approvata col 98,8% dall’SPD, col 92,2% dai liberali e con l’86% dai Verdi.

(di Rosanna Pugliese/ANSA).

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