I ghiacciai si ritirano, il clima cambia il profilo delle Alpi

Nella foto una visione dei ghiacciai delle Alpi
I ghiacciai delle Alpi saranno dimezzati al 2050. (ANSA)

ROMA. – I ghiacciai sulle Alpi italiane continuano a ridursi a causa del riscaldamento della Terra modificando così il profilo della catena montuosa più importante d’Europa. In un anno, dal 2019 al 2020, sul settore orientale è stato rilevato il massimo ritiro, pari a 83,5 metri, nel Ghiacciaio di Saldura Meridionale, mentre sul settore centrale la fronte del Ghiacciaio dei Forni è arretrata di oltre 48 metri.

Le distese di ghiaccio disgregandosi hanno aumentato frane, valanghe di roccia e di ghiaccio e colate di detriti: fra il 2000 e il 2020 oltre i 1.500 metri sul livello del mare si sono registrati 508 eventi. Lo denunciano Legambiente e il Comitato Glaciologico Italiano (Cgi) che, alla vigilia della giornata internazionale della Montagna che ricorre l’11 dicembre, hanno presentato il report finale della seconda edizione della “Carovana dei ghiacciai”, la campagna realizzata dal 23 agosto al 13 settembre scorso su 13 vette alpine e sul Glacionevato del Calderone, sul Gran Sasso, in Abruzzo, quindi sugli Appennini, in cui fanno il punto sullo stato di salute sulle montagne italiane.

Il quadro “nel complesso preoccupante”, secondo Legambiente, indica “l’urgenza di intervenire definendo approfonditi piani di gestione e di adattamento al clima su scala regionale e locale – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale della ong – e approfondendo le ricerche sulle variazioni dei ghiacciai e del permafrost e le conseguenze economiche della crisi climatica”.

La Strategia nazionale delle aree interne, “anche attraverso i fondi europei in arrivo” spiega Vanda Bonardo, responsabile Alpi Legambiente, “potrebbe essere un’occasione imperdibile”. Nel dettaglio, nel settore occidentale delle Alpi l’area coperta dai ghiacciai è ancora ragguardevole (circa 160 chilometri quadrati), ma la loro distribuzione è disomogenea, spiega Legambiente.

Anche nelle Alpi centrali i ghiacciai monitorati (distribuiti in quattro gruppi montuosi principali da ovest a est Badile Disgrazia, Bernina, Ortles Cevedale e Adamello) sono in ritiro e oltre la metà ha subito un arretramento della fronte di oltre 10 metri in un anno. E’ allarme per il ghiacciaio dei Forni, il secondo italiano per estensione che supera i due chilometri di arretramento dall’inizio del monitoraggio (1895).

Preoccupa anche l’aumento di frane in montagna. Secondo il catasto on line del gruppo di ricerca GeoClimAlp del Cnr-Irpi (Consiglio nazionale delle ricerche-Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica), fra il 2000 e il 2020 nelle Alpi si sono registrati 508 eventi concetrati in Valle d’Aosta (42%), Piemonte (18%), Lombardia (16%) e Trentino (15%).

di Stefania De Francesco/ANSA)