L’Italia punta allo spazio, sarà tra grandi della Ue

Un satellite in orbita nello spazio.
Un satellite in orbita nello spazio. (ANSA)

ROMA.  – L’Italia è pronta ad affrontare le nuove sfide dello spazio che annunciano “la quinta rivoluzione industriale della storia contemporanea”, come l’ha definita la presidente del Senato Elisabetta Casellati, e si prepara a consolidare il suo ruolo fra i protagonisti dello spazio europeo: è guardando al futuro che il nostro Paese ha celebrato oggi la prima Giornata nazionale dello spazio, organizzata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per celebrare il lancio del primo satellite italiano, il San Marco 1, avvenuto il 15 dicembre 1964.

“Le degenerazioni della spirale competitiva rischiano di trasformare lo spazio nel Far West del XXI secolo, con rischi elevatissimi per l’intero pianeta. Di fronte a questo scenario, rafforzare le regole comuni è una assoluta priorità”, ha detto ancora Casellati.

Si prepara un profondo cambiamento e  l’Italia dello spazio è pronta ad aprire una nuova pagina, grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Quest’ultimo ha infatti “grandi risorse” da dedicare ad un settore che fra 5-10 anni potrà offrire nuove opportunità di lavoro, ha detto il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale con delega allo Spazio, Vittorio Colao, che ha inaugurato la Giornata con il presidente dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Giorgio Saccoccia.

“Il Pnrr vuole dedicare gradi risorse per potenziare quello che il nostro Paese potrà fare nello spazio e l’Asi è l’attore principale, che dovrà orchestrare l’impiego delle risorse”, ha detto ancora Colao. Formazione e innovazione sono fra i pilastri per portare lo spazio italiano all’avanguardia a livello internazionale, nel nuovo scenario che vede nuovi attori, come i privati e Paesi emergenti, come India e Cina. Se questo scenario richiederà nuove regole internazionali, sul fronte interno Colao ritiene che per l’Italia il settore spaziale “può diventare la nuova moda”, ossia un settore basato su grandi progetti e competenze di eccellenza e apertura all’innovazione.

É intanto allo studio il progetto di una costellazione di satelliti per l’osservazione della Terra destinata a diventare il più grande progetto spaziale europeo: “abbiamo l’opportunità di avere una leadership e una posizione preminente nel suo sviluppo”, ha detto Colao. La costellazione di satelliti, che non ha ancora un nome, è finanziata nel Pnrr con 1,3 miliardi da dividere con l’evoluzione del lanciatore Vega. Una somma che il governo italiano intende affidare direttamente all’Agenzia spaziale europea (Esa), come ha recentemente deciso il Comitato interministeriale per le politiche relative allo Spazio e alla ricerca aerospaziale (Comint) presieduto da Colao.

Quello dell’Italia dello spazio è un cambiamento nel quale la formazione è essenziale. Per questo, ha detto il ministro per l’Università e la Ricerca, Maria Cristina Messa, “uno dei compiti del ministero è fornire le condizioni perché i giovani ricercatori possano tornare dall’estero. La ricerca è l’altro pilastro della trasformazione in corso e per questo settore il ministero ha stanziato 800 milioni in dieci anni nella Conferenza ministeriale dell’Esa nel 2016, più i 700 milioni l’anno di fondi strutturali. Buoni i ritorni economici dalla partecipazione ai programmi di ricerca europei, che per Horizon 2020 ammontano a 91 milioni di euro, il 13% circa del Budget disponibile per il comparto spazio.

Il cambiamento riguarda infine anche la Difesa, per la quale ” l’obiettivo è guidare la transizione verso un concetto di spazio abilitante di prodotti e servizi a supporto delle operazioni a un vero e proprio dominio operativo”, ha osservato detto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Nuovi anche gli ambiti che si stanno considerando, come il volo suborbitale, piattaforme stratosferiche più agili di quelle satellitari, attività di ricerca e sviluppo nel campo dei lanciatori.

(di Enrica Battifoglia/ANSA).

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