Lettera al Direttore – Qualche precisazione signor Savoia

Gentile Direttore Bafile,

sono costretto a intervenire per correggere alcuni dettagli di non poco conto riportate nel Suo articolo sul Comites di Madrid, in data 18 dicembre u.s., ed in particolare nella parte in cui la Consigliera Bonezzi avrebbe – a Suo dire – <<snocciolato, uno dopo l’altro, gli articoli del regolamento dei Comites>> per giustificare la mia presunta incompatibilità a ricoprire la carica di membro del neo Comitato.

Non posso tacere non solo perché tale notizia è dolosamente falsa, ma perché è proprio dalla missione del gionalismo che i lettori si informano e formano le loro opinioni.
Giornalismo dove talvolta, purtroppo, prevale la logica del contributo di ben altra natura.

Non entrerò nel merito delle considerazioni da Lei formulate, in cui dava per scontato ciò che in realtà non lo è minimamente, ma trovo palesemente peculiare che non abbia voluto sottolineare la totale illegittimità del procedimento che la maggioranza del Comites ha, solo genericamente, posto in essere.

Infatti, tale procedimento per legge prevede che:

1) Se si verifica qualcuna delle condizioni previste come cause di ineleggibilità il Comitato le contesta al membro interessato;

2) Il membro del comitato ha dieci giorni di tempo per formulare osservazioni o eliminare le cause di ineleggibilità;

3) Poi, entro dieci giorni il Comitato delibera definitivamente e, se ritienene sussistente la causa di ineleggibilità o di incompatibilità, invita a rimuoverla o ad esprimere, se del caso, l’opzione per la carica che intende conservare. Se il membro non vi provvede entro i successivi dieci giorni il Comitato lo dichiara decaduto.
Nel caso di specie, almeno che non si tratti di un banale tentativo di neutralizzare l’avversario, non solo non v’è alcuna reale situazione di incompatibilità, che forse sarebbe da ricercare in ben altri componenti, ma ad oggi attendo ancora che ne venga formalizzata almeno una.

Durante la Plenaria, invece, l’unico espediente sollevato per cercare di imbastire un fantomatico conflitto di interesse riguarderebbe solamente l’essere presidente di una associazione, quando invece l’incompatibilità si configura solo se il membro di un Com.It.Es. è anche rappresentante di un altro ente che benefici di un finanziamento statale.

Per questo motivo ho l’obbligo di precisare che non ho mai percepito fondi pubblici.
Quanto sopra detto è ben noto sia al Lazzari che al suo precettore, e qualora non lo fosse stato, se in buona fede, avrebbero potuto certamente consultare i più che preparati funzionari diplomatico/consolari della nostra Ambasciata.
Ed invece Lei, con un accorto espediente retorico, non solo non ha voluto approfondire, ma non ha men che minimamente ricordato che semmai è chi vuole dimostrare l’esistenza di un fatto che ha l’obbligo di fornire le prove per l’esistenza del fatto stesso.

*Sempre sul piano dell’approfondimento, che equivale a concentrarsi sulla sostanza, corre obbligo segnalare che l’elezione degli organi interni del Comites dovrebbe avvenire nel rispetto della normativa vigente, lasciando cioè esprimere i singoli membri con le preferenze indicate dalla norma, e non in blocco su proposta del presidente.

Ancor più grave poi, che non è stato nemmeno deliberat il numero dei membri che avrebbero dovuto comporre l’esecutivo.*

Quindi, dal punto di vista operativo, devo condivire appieno la Sua considerazione che se il buongiorno si vede dal mattino, gli auspici saranno ancor più che deludenti.

Pertanto, Le sarei grato che possa prestare maggior attenzione per il futuro così da assicurare ai lettori maggiore consapevolezza e fiducia.

 

Con stima

Franco Savoia

 

Gentile Signor Franco Savoia,

Devo confessarle che la sua lettera mi sorprende e mi sconcerta. Sorprende e sconcerta perché sostiene che sia falso che la dottoressa Adriana Bonezzi abbia “snocciolato, uno dopo l’altro, gli articoli del regolamento dei Comites” per giustificare, come lei afferma, la sua “presunta incompatibilità a ricoprire la carica di membro del neo-Comitato”. Mi dica, allora, cosa avrebbe fatto? Sembrerebbe che l’Assemblea alla quale lei ha assistito non sia la stessa alla quale era presente il nostro il Giornale. O, forse, lei era distratto. Probabilmente lo era anche quando ha letto la nostra cronaca. Infatti, nella sua lettera, non menziona, non sappiamo se intenzionalmente o meno, tutto ciò che è stato scritto circa la mozione presentata dalla Consigliera Bonezzi. Non si preoccupi, glielo riproduciamo integralmente di seguito:

“Franco Savoia, prima di abbandonare l’Assemblea, ha respinto la mozione, considerandola ingiusta, e ha chiesto che fosse messa al verbale la sua protesta per una decisione che ha ritenuto illegittima e ingiustificata. Ha 10 giorni per fare ricorso e dimostrare l’insussistenza della richiesta”. Non è questo quanto è accaduto? Come lei afferma nella lettera, “ha dieci giorni di tempo per formulare osservazioni o eliminare le cause di ineleggibilità”. Non è proprio ciò che è stato scritto dal nostro Giornale?

In quanto a dare lezioni di giornalismo e di etica, forse dovrebbe ricordare che è stato proprio lei, in barba alla libertà di Stampa e al diritto dei connazionali ad essere informati, a chiederci di non assistere alle riunioni di promozione dei candidati della “Lista Civica Tricolore” perché la presenza del nostro Giornale non era gradita Lo ricorda? Nonostante tutto, proprio perché consapevoli del diritto che hanno i lettori ad essere informati, abbiamo insistito per intervistarla e dare diffusione al programma della sua lista. Non è stato così?

Egregio Signor Savoia, la invitiamo a leggere di nuovo la cronaca del nostro Giornale. E a farlo con più attenzione, senza pregiudizi, più umiltà e meno acredine.

 

Cordiali saluti

 

Mauro Bafile