Vendite in frenata: pesano pandemia e bollette

Cambio di abiti su un manichino di bambino in vetrina a Napoli.
Cambio di abiti su un manichino di bambino in vetrina a Napoli. ANSA / CIRO FUSCO

ROMA.  – Pandemia, rialzo dei prezzi e caro-bollette frenano i consumi delle famiglie a novembre e scatta l’allarme sulla crescita di quest’anno. Nel mese le vendite al dettaglio sono scese dello 0,4% rispetto a ottobre, rende noto l’Istat, spiegando che diminuiscono le vendite dei beni alimentari (-0,9%), mentre quelle dei beni non alimentari risultano pressoché stazionarie.

Su base annua, invece, le vendite al dettaglio sono aumentate del 12,5% e sono in particolare le vendite dei beni non alimentari a crescere (+22,6%) mentre quelle dei beni alimentari salgono di un modesto 0,5%. Tra i beni non alimentari, si registra una crescita tendenziale per quasi tutti i gruppi di prodotti, ad eccezione di dotazioni per l’informatica, comunicazione, telefonía (-0,9%), spiega l’Istituto di statistica, con gli aumenti maggiori delle vendite che riguardano calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+57,8%) e abbigliamento e pellicceria (+51,8%).

Il dato congiunturale “conferma le preoccupazioni” sulle difficoltà di passare da “una fase di recupero di livelli accettabili di consumo ad una di reale crescita”, sottolinea Confcommercio, spiegando che le incertezze che gravano sulla ripresa e l’emergere del problema inflazione, stanno spingendo le famiglie “verso atteggiamenti molto prudenti”. L’associazione dei commercianti fa anche notare che in questa fase iniziale dell’anno “difficilmente la domanda di servizi potrà sopperire al rallentamento della domanda di beni”. Per cui diventa “più probabile una revisione al ribasso delle stime di crescita di Pil e consumi per il 2022”, avverte Confcommercio.

Per Confesercenti la risalita dei contagi e l’impennata dei beni energetici sembrano mostrare i “primi effetti” sulle vendite e quindi la frenata rispetto ad ottobre “va monitorata”, per rendersi conto se sia “un dato occasionale o registri le prime conseguenze negative sia del riacutizzarsi della pandemia che del rialzo dell’inflazione”. Nel frattempo la Confederazione invita il governo ad “accelerare con nuovi interventi a favore del ‘taglia-bollette'”.

Federdistribuzione parla poi di un bilancio in “chiaroscuro” per i consumi nel 2021. La crescita dell’inflazione, trainata dall’incremento dei costi dei beni energetici, “ha già manifestato i suoi effetti su cittadini e imprese”, sottolinea la Federazione, avvertendo che “occorre evitare che conseguenze ancor più negative possano frenare i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese, compromettendo la ripresa economica”. Al momento l’inflazione si attesta al 3,9%, al top dal 2008.

Preoccupate anche le associazioni dei consumatori secondo cui le vendite al dettaglio iniziano a “risentire dell’emergenza bollette”. “Sul Black Friday prevale l’effetto caro bollette e il rialzo dei prezzi che hanno iniziato a svuotare le tasche degli italiani”, afferma l’Unione Nazionale Consumatori. Per il Codacons le famiglie hanno iniziato a “contrarre i consumi” a fronte della crescita dei prezzi e dei rincari delle bollette di luce e gas. Per cui “il rischio concreto è che l’emergenza prezzi e bollette metta in ginocchio il commercio”, mette in guardia l’associazione.

(di Alfonso Abagnale/ANSA).

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