Consumi: ripresa 2021 è mini, Omicron cambia scenari

Persone, fotografate di spalle, con in mano borse degli acquisti.
Persone, fotografate di spalle, con in mano borse degli acquisti..

ROMA.  – La paura della pandemia cambia gli scenari e ostacola la corsa della ripresa dei consumi che taglia in affanno il traguardo di questo faticoso 2021.

L’anno, secondo le ultime previsioni di Confcommercio infatti, si chiuderà con una crescita dei consumi del 5,1%, ancora il 7,3% in meno rispetto ai livelli del 2019 e con il completo ritorno ai livelli pre-pandemici non prima del 2023.

Il calo per alcuni settori come la filiera del turismo della cultura e del tempo libero, è ancora a due cifre e il timore per una nuova frenata spinge le categorie a chiedere un nuovo, immediato, intervento del governo: “la ripresa per migliaia di imprese – come quelle del turismo – non è mai arrivata pienamente. In un contesto ancora così grave e allarmante chiediamo al Governo di procederé subito con i sostegni ai settori più colpiti, a cominciare dal rinnovo della cassa Covid e delle moratorie fiscali e creditizie”, afferma il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.

“Il quadro previsionale che era stato previsto con la Legge di Bilancio si è radicalmente modificato”, sottolinea anche Confesercenti che chiede di “dare continuità alle misure per il credito previste dal DL Liquidità, che ha messo a disposizione delle imprese circa 169 miliardi di euro di finanziamenti”.”Il clima di incertezza richiede interventi congrui e urgenti”.

Insomma, potrebbe sembrare un flashback che riporta ad un anno fa ma la situazione è ben diversa, visto che l’anno, secondo le previsioni di Confcommercio, si chiuderà con una crescita del pil del 6,1% e nel 2021 rispetto all’anno precedente tutti i settori hanno registrato crescite nette: +19,2% per alberghi e ristoranti , +13,4% per vestiario e calzature, +11,4% per i trasporti, +8,6% per ricreazione, cultura e istruzione.

Rimbalzi ma non scontati, dicono i commercianti “che testimoniano la grande vitalità del tessuto produttivo del Paese le cui performance non erano affatto scontate” Rispetto invece al periodo pre pandemia i consumi degli italiani sono aumentati solo nei settori degli alimentari e bevande (2,6%), nelle comunicazioni (5,6%) e nelle spese per la casa (gas elettricità e combustibili 1,2).

Tutti gli altri registrano un segno meno. Per alberghi e ristoranti la perdita dei consumi è del 29,2%, per i servizi culturali e ricreativi del 21,5%; per i trasporti il 16% e per l’abbigliamento e le calzature il 10,5%. E a preoccupare ora è il prossimo futuro: secondo i risultati di un sondaggio realizzato da Confesercenti con Ipsos il 51% dei consumatori dichiara di evitare di servirsi di bar o ristoranti, o comunque di aver ridotto la frequentazione di pubblici esercizi e locali; il 32% ha rinunciato a fare un viaggio o ha disdetto una vacanza già prenotata e sempre il 32% ha evitato o ridotto gli acquisti nei negozi per timore degli assembramenti.

Il timore  deprime anche i saldi, secondo l’associazione  dei commercianti, con un milione di clienti che avrebbe rinunciato a fare shopping per paura dei contagi e con il 25% che non entra nei negozi se vede troppe persone, e fa la fila fuori. Infine l’effetto del rinnovato smart working di massa che -sostengono-avrà un effetto da 850 milioni di minori consumi al mese.

(di Monica Paternesi/ANSA).