Piano B di Salvini per Colle, governo anche senza Draghi

Un momento dell'incontro di Silvio Berlusconi con Matteo Salvini,
Un momento dell'incontro di Silvio Berlusconi con Matteo Salvini, Roma, 10 febbraio 2021. (ANSA/US LEGA)

ROMA. – Un “piano B” per il Quirinale con un candidato diverso da Silvio Berlusconi e la Lega al governo anche senza Mario Draghi premier. Matteo Salvini rompe due tabù e prova a sbloccare la partita dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Al Cavaliere, che li riceverà venerdì per un vertice nella sua villa Grande, il segretario leghista, Giorgia Meloni e pure i centristi chiederanno di sciogliere la riserva, facendo chiarezza sulla sua candidatura.

Formalmente si dicono tutti pronti a sostenerlo nel voto per il Colle ma restano forti dubbi sui numeri e anche sullo scenario che l’elezione di Berlusconi alla presidenza della Repubblica comporterebbe: “Cadrebbe il governo Draghi e si andrebbe a elezioni”, avverte il Pd. Ecco perché la Lega apre il cantiere del “piano B”, senza il Cavaliere. Mentre tra i Dem e nel M5s cresce il pressing per il Mattarella bis.

In attesa del vertice del centrodestra e della direzione Pd di sabato, starebbero proseguendo sottotraccia i contatti di Salvini, che vuole conservare un ruolo da kingmaker nella partita del Colle e promette una soluzione “entro 15 giorni”. Il segretario Dem propone un patto su Quirinale e governo, su cui ragionare apertamente dopo aver escluso la candidatura di Berlusconi.

L’elezione di Draghi o la richiesta a Mattarella di restare per un secondo mandato: sono questi gli schemi in cui ragionano in queste ore i Dem. Verso Mattarella c’è l’accortezza di sottrarlo a un dibattito impazzito e non tirarlo con la giacchetta, perché se è vero che l’opzione è gradita ai Dem e maggioritaria tra i Cinque stelle, è anche vero che Meloni dice no e anche il capogruppo leghista Riccardo Molinari definisce il bis “un’ipotesi bizzarra”.

Quanto a Draghi, il premier ha intenzione di non dire più una parola sul Colle (potrebbe convocare una conferenza stampa la prossima settimana, però, sul nuovo decreto sostegni). La novità è che Salvini non esclude più di restare al governo anche in caso di suo trasloco al Colle: “La Lega non ha nessuna exit strategy dal governo, all’opposto, c’è a prescindere da chi è a Chigi”.

I più interpretano le sue parole come un tentativo di far pressione su Berlusconi e il leghista aggiunge anche che preferisce che Draghi resti dov’è. Ma il varco è aperto. Lo schema, ribadisce il leghista, potrebbe essere quello di un esecutivo forte, con Draghi premier (o non) e dentro tutti i segretari.

Ma dal Nazareno si dicono convinti che così voglia “lanciare la palla in tribuna”, con una proposta “improbabile” e a chi sostiene che Letta apprezzi l’idea ribattono che non si potrebbe mai e poi mai, in un anno di campagna elettorale. Anche dal M5s trapela scetticismo. E un ministro afferma che se Draghi restasse a Chigi – e la condizione è che la sua maggioranza non si spacchi sul Quirinale – dovrebbe andare avanti subito accelerando, dunque è improbabile faccia un rimpasto.

Ma Berlusconi è in campo, continua nei suoi contatti, conta i suoi voti virtuali. I grandi elettori salgono a 1008, con la proclamazione del senatore Fabio Porta, del Pd, al posto di Adriano Cario. Il Cavaliere sonda a tutto campo, tanto che nel M5s trapelano timori sulla tenuta.

Ma che ce la faccia, dubitano in molti, come emerge da una riunione di Coraggio Italia che dice un sì condizionato al Cavaliere, “senza schiantarsi sui numeri”, lancia un patto federativo centrista anche – ma non solo – con Iv, chiede una legge elettorale proporzionale e non esclude Draghi al Colle e un governo senza di lui. “Dobbiamo prepararci un piano B, trovare un’altra figura di centrodestra che sia condivisibile anche dal centrosinistra”, osserva così il capogruppo leghista Riccardo Molinari.

“Il Pd dice no a tutto”, lamentano fonti leghiste dopo la frenata del Nazareno sui leader al governo. Ma si prova a ragionare su nomi come Moratti, Frattini, Casellati (Salvini ha detto no a Giuliano Amato). La difficoltà è anche tenere unito il centrodestra, come dimostra il fatto che Francesco Lollobrigida di Fdi chiede “agli alleati chiarezza” su governi “con o senza Draghi” o sullo scenario del Mattarella bis.

Dunque c’è chi ipotizza un accordo del centrodestra con Renzi, senza Pd e M5s: il leader di Iv infatti non esclude nessuno scenario e in Senato i suoi (ma non c’è nessun legame col Quirinale, assicurano) hanno di nuovo votato col centrodestra, contro il governo, per bocciare i tamponi in parafarmacia.

Contro Iv puntano il dito i Cinque stelle, per i quali il Mattarella bis è diventata una linea quasi unitaria. Conte rinvia l’assemblea dei gruppi a giovedì sera, lì si tasteranno gli umori. Resta silente Luigi Di Maio ma a lui molti guardano anche dagli altri partiti, quando si entrerà nel vivo. Intanto nasce una federazione tra +Europa di Emma Bonino e Azione di Carlo Calenda e Bonino, eterna candidata, si tira fuori dalla corsa al Colle: “Il mio tempo era 25 anni fa”.

(di Serenella Mattera/ANSA)