Davos: i Paperoni del mondo due volte più ricchi

La Pfizer a New York
La Pfizer a New York.

ROMA.  – I supermanager vedono rosa per il futuro, segno di ottimismo e fiducia nonostante i dati economici suggeriscano prudenza.

Ma dietro la ripresa si nascondono due mondi completamente differenti: da una parte quello dei ricchissimi, con i 10 maggiori patrimoni mondiali più che raddoppiati da 700 a 1.500 miliardi in due anni di pandemia e 13 italiani in più nella lista Forbes dei super-ricchi. Dall’altra le vittime economiche della pandemia, che ha fatto cadere in povertà 163 milioni di persone.

La denuncia di una “pandemia della diseguaglianza” arriva da Oxfam. Sul piano globale, denuncia l’Ong, solo per Jeff Bezos, il numero uno di Amazon, una delle aziende il cui fatturato è decollato con il COvid-19, il “surplus patrimoniale”  nei primi 21 mesi di pandemia è 81,5 miliardi di dollari, l’equivalente del costo stimato della vaccinazione (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale.

Per contro la pandemia ha colpito più duramente le donne, che hanno perso 800 miliardi di dollari di redditi nel 2020 e faticano più degli uomini a recuperare i livelli di occupazione pre-Covid.

Gran parte delle migliaia di miliardi pompati dalle banche centrali in funzione anti-crisi – denuncia Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International – sono finite nelle tasche dei miliardari”. E poi, in assenza della sospensione temporanea dei brevetti per aumentare le vaccinazioni nei paesi più poveri, un altro big winner è Big Pharma: Pfizer, BionTech e Moderna hanno realizzato utili “per 1.000 dollari al secondo”.

In Italia, la quota di ricchezza detenuta dal top-1% è continuata a crescere, con il 5% più ricco degli italiani che, secondo Oxfam, deteneva a fine 2020 una ricchezza superiore a quella dell’80% più povero. Fra marzo 2020 e novembre 2021 il numero dei miliardari italiani della Lista Forbes è aumentato di 13 unità e il valore aggregato dei patrimoni dei super-ricchi è cresciuto del 56% a 185 miliardi di euro alla fine dello scorso novembre.

Una ripresa che non è uguale per tutti, dunque. Sul ritmo della crescita nei prossimi mesi, peraltro, c’è chi suona una nota di cautela, come oggi l’Ocse. Per contro, i Ceo delle aziende sembrano ottimisti:  secondo la Global Ceo Survey di PriceWaterhouseCoopers  i supermanager italiani, con l’89% che prevede un’economia mondiale più forte nel 2022, sono molto più positivi (+19 punti) che un anno fa e superano di slancio il 77% di previsioni favorevoli dei Ceo globali.

È, invece, pessimista il 10% dei Ceo italiani, mentre a livello mondiale la percentuale arriva al 15%. Guardando, però, alle possibili preoccupazioni per l’economia globale, al primo posto per i Ceo italiani e non solo ci sono i rischi informatici e sanitari, identificati rispettivamente dal 41% (49% a livello globale) e dal 36% (48% a livello globale) degli intervistati.

(Domenico Conti/ANSA)

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