Coronavirus Italia: indice contagio in discesa, meno positivi ai test molecolari

Sanitari somministrano il vaccino anti-Covid nell'hub vaccinale La Nuvola a Roma.
Sanitari somministrano il vaccino anti-Covid nell'hub vaccinale La Nuvola a Roma. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – L’indice di contagio Rt è in rapida discesa e il suo valore si sta avvicinando a 1, continua a ridursi anche il numero dei casi positivi ai test molecolari, mentre aumentano i ricoveri. I due numeri che gli esperti invitano a seguire con attenzione nei prossimi giorni sono quello dei nuovi guariti e quello dei nuovi casi: quando saranno equivalenti si potrà dire che la curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia avrà raggiunto il picco, osserva il fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento e coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).

Sebbene si stia riducendo progressivamente, lo scarto fra i due numeri è ancora importante, considerando che l’incremento giornaliero dei guariti è attualmente 76.679 e quello dei nuovi casi è 83.403 (contro i 149.512 del giorno prima), secondo i dati del ministero della Salute.

Il numero dei nuovi casi risente, come ogni lunedì, del ridotto numero dei test. Questi ultimi, fra molecolari e antigenici rapidi, sono stati infatti 541.298, più di 386.000 in meno rispetto ai 927.846 del giorno prima. Di conseguenza il tasso di positività è sceso in 24 ore dal 16,1% al 15,4%. Facendo il rapporto fra i casi e i soli tamponi molecolari, il valore è del 22%, secondo i calcoli del sito CovidTrends.

I dati sui test indicano inoltre che è presto per dire che i casi di Covid-19 in Italia sono in discesa, come osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca: mentre la percentuale dei positivi ai tamponi molecolari è in discesa, quella dei positivi ai test antigenici mostra infatti un trend in crescita: “abbiamo due trend opposti e che dicono cose diverse perché ai tamponi afferiscono persone diverse”, osserva il virologo, e questa doppia tendenza rende molto difficile prevedere il picco, che molti modelli matematici indicano comunque non prima di una settimana.

I dati del ministero della Salute sui decessi indicano un lieve incremento giornaliero, da 248 a 287, e si mantengono comunque sui valori rilevati negli ultimi giorni. Diversa la situazione dei ricoveri, in costante aumento secondo una progressione di tipo lineare. Nelle terapie intensive sono attualmente ricoverati 1.717 i pazienti, ossia 26 in più nel saldo tra entrate e uscite, e i nuovi ingressi giornalieri sono stati 122. Nei reparti ordinari i ricoverati sono 19.228, ossia 509 in più in 24 ore.

“Come avviene di norma, c’è un’accelerazione della curva dei decessi, che segue con ritardo, quella dei positivi avvenuta nelle ultime settimane del 2021”, rileva il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “Stranamente – aggiunge – non si osserva un andamento analogo per la curva degli ingressi in terapia intensiva, che al contrario sembra frenare la crescita”.

Per quanto riguarda le regioni, l’incremento giornaliero maggiore è stato rilevato in Emilia Romagna, con 11.189 nuovi casi; seguono Lombardia (9.883), Piemonte (9.564) e Campania (9.370). Secondo le analisi di Sebastiani (sui valori del 16 gennaio), al momento sono cinque le regioni che hanno superato il picco dei positivi ai test molecolari (Umbria, Toscana, Lombardia, Abruzzo e Basilicata), sono al picco Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Sicilia, si preparano a raggiungerlo nei prossimi giorni provincia autonoma di Trento, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Veneto; la curva dell’epidemia continua invece a salire in otto regioni: è in crescita frenata la Sardegna, sono in crescita lineare provincia autonoma di Bolzano, Calabria e Molise, in crescita accelerata Campania, Liguria, Marche e Puglia.

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