Cadde in scooter per una buca nel 1987, eredi risarciti

(ANSA) – BOLOGNA, 20 GEN – A 32 anni dalla caduta in motorino per una buca stradale e dopo otto differenti gradi di giudizio è arrivato un risarcimento da circa 700mila euro ai familiari di un uomo che il 12 settembre 1987 rimase ferito e paralizzato a Castenaso, in provincia di Bologna, per le conseguenze dell’incidente. Lui nel frattempo è morto, nel 2015, per altri motivi, ma nell’ultimo procedimento la Corte di Appello, Terza sezione civile, ha condannato il Comune a pagare i danni agli eredi, assistiti nella causa dall’avvocato Giampiero Barile. La sentenza, arrivata alla fine del 2020, non è stata oggetto di ulteriore ricorso per Cassazione ed è quindi divenuta definitiva: di recente vi è stato l’adempimento alle sue irrevocabili statuizioni. Il motorino finì in terra quando il conducente, all’epoca 46enne, si spostò a lato della strada, in un tratto stretto, per l’arrivo contemporaneo di due auto dalle direzioni opposte. La banchina, però, era più bassa della sede stradale e il dislivello e la presenza di una buca nascosta dall’erba incolta provocarono un salto del mezzo e la perdita del controllo. Tra le questioni al centro della causa c’era, anche, l’obbligo del Comune alla manutenzione della banchina. Dopo un rigetto della richiesta di risarcimento del cittadino da parte del tribunale, nel 1996, confermata in secondo grado nel 1998, la causa è rimpallata tra la Cassazione e la Corte d’Appello, quale giudice di rinvio. La Suprema Corte, infatti, nel 2002, nel 2008 e ancora nel 2018 non ha accolto l’impostazione dei giudici di secondo grado che hanno ripetutamente respinto le richieste del danneggiato. Fino a quando nel 2020, la Corte di appello, dopo una consulenza tecnica medica, ha ritenuto, aderendo a un principio fissato dalla Cassazione e su cui ha insistito anche la difesa del cittadino, che l’evento lesivo fosse avvenuto per la condotta colposa del Comune: la banchina può essere legittimamente utilizzata dagli utenti della strada per manovre di breve durata e l’ente proprietario ha l’obbligo di provvedere alla manutenzione o nel caso segnalare pericoli o insidie, cosa che non è accaduta. Non conta che quaranta giorni prima la strada era stata riasfaltata, perché durante i lavori il dislivello che ha causato la caduta non era stato rimosso. (ANSA).