Allarme Ue: strette a macchia di leopardo creano il caos

Controllo del green pass in un bar del centro storico, Torino
Controllo del green pass in un bar del centro storico, Torino 06 dicembre 2021. ANSA/TINO ROMANO

BRUXELLES.  – Tamponi per entrare in alcuni Paesi e in altri no, Super Green Pass, divieti di ingresso a non vaccinati: l’Europa invasa da Omicron si ritrova di fronte al rischio che la nuova variante sgretoli quell’uniformità delle misure che, fino allo scorso autunno, era stata sostanzialmente rispettata.

E Bruxelles ha lanciato l’allarme. “La frammentazione e  i messaggi discrepanti tra di noi aumentano l’incertezza, indeboliscono la fiducia nella vaccinazione e riducono il senso di accettazione delle misure di sanità pubblica e delle raccomandazioni che noi facciamo ai cittadini”, è stato l’avvertimento della commissaria Ue Stella Kyriakides alla riunione straordinaria dei ministri della Sanita Ue.

Un summit convocato d’urgenza – e in videoconferenza – dalla presidenza francese proprio per cercare di mettere un punto alle spinte centrifughe nelle misure anti-Covid.

C’è un punto dal quale, come ha ammesso il portavoce della Commissione Eric Mamer, l’Ue non può prescindere: la sanità è competenza degli Stati membri. Palazzo Berlaymont, più che richiamare i Paesi ad un maggiore coordinamento non può fare.

Sulla libera circolazione, tuttavia, l’esecutivo europeo ha un raggio d’azione più ampio anche perché qualsiasi misura aggiuntiva introdotta da uno Stato membro va notificata a Bruxelles prima dell’entrata in vigore.

“La raccomandazione dell’Ue” che ha messo in campo il Green Pass “ha l’obiettivo di facilitare la libera circolazione”, ha precisato Mamer. Di certo, per la Commissione, sui viaggi intra-europei la bussola dovrebbe restare il certificato elaborato l’anno scorso, quello che permette di circolare a chi ha completato un ciclo di vaccinazione, chi è guarito (da non più di sei mesi) o a chi presenta un test anti-Covid.

Non a caso l’esecutivo ha applaudito alla decisione della Finlandia di allentare le restrizioni introdotte lo scorso dicembre. “Omicron è in tutta l’Europa, gli esperti e Ecdc ci dicono che le misure per guadagnare tempo sono meno efficaci Ci auguriamo che prossimamente avremo altre decisioni” di questo tipo hanno spiegato dalla Commissione senza rispondere, nello specifico, sull’eventualità che l’Italia prolunghi l’obbligo di tampone oltre la data prevista del 31 gennaio.

Il rischio, tuttavia, è che gli europei escano disorientati dalla giungla di norme. E il tema  è finito sul tavolo della riunione dei ministri della Sanità convocata da quella Francia che, da lunedì, trasformerà il pass sanitario nel Super Green Pass per una serie di attività. “La variante Omicron ci ricorda che la crisi sanitaria è imprevedibile e ci porta a rivalutare continuamente i parametri per gestirla. Questa situazione richiede più che mai una risposta coordinata da parte degli Stati membri”, hanno convenuto i ministri.

L’obiettivo massimo è quello dell’omogeneità, quello minimo – e l’unico al momento percorribile – e quello di un netto aumento della condivisione di informazioni e strategie nazionali.

Si partirà, innanzitutto, da una revisione delle raccomandazione sulle misure alle frontiere interne, sui quali oggi gli ambasciatori dei 27 Paesi Ue hanno trovato una prima intesa. La direzione è quella di dare più importanza allo “stato vaccinale” non solo della persona ma anche dello stato membro. Se ne parlerà martedì prossimo al Consiglio Affari Generali a Bruxelles.

(di Michele Esposito/ANSA).

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