Con caro-energia e Omicron frena fiducia, su i prezzi

Un lavoratore della costruzione.
Un lavoratore della costruzione. (Ansalatina)

ROMA.  – Il caro energia e la variante Omicron cominciano ad avere ripercussioni sull’economia reale d’Italia e d’Europa con il Pil della Germania che si ferma sotto le attese degli analisti e soprattutto i prezzi alla produzione nel nostro paese che volano al top da oltre 20 anni.

Di conseguenza anche la fiducia di imprese e consumatori cala e per gli industriali rivede i minimi da nove mesi. I dati che arrivano da Istat e dagli altri paesi europei confermano questo ritorno di incertezza. Più nel dettaglio a dicembre scorso i prezzi alla produzione dell’industria sono saliti dello 0,8% su base mensile e di ben il 22,6% su base annua.

Al netto del comparto energetico i prezzi crescono dello 0,5% in termini congiunturali e del 9,6% su base tendenziale. Nella media del 2021 i prezzi segnano un crescita del 10,7% (era stata -3,4% nel 2020), la più alta dal 2000, ossia da quando è disponibile la serie storica dell’indice per il mercato totale.

L’incremento è molto più sostenuto sul mercato interno (+12,9%) rispetto a quello estero (+4,9%). Al netto dell’energia, i prezzi aumentano in media d’anno del 5,1%. Per le costruzioni, la crescita media annua dei prezzi, sia per edifici (+3,8%) sia per strade (+3,5%), è nettamente superiore a quella del 2020 (rispettivamente +0,2% e +0,4%).

In questo contesto a gennaio 2022 l’Istituto nazionale di statistica stima una diminuzione sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 117,7 a 114,2) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 112,7 a 105,4).

In particolare l’indice di fiducia delle imprese “subisce un deciso ridimensionamento scendendo al valore più basso degli ultimi nove mesi”. L’Istat spiega quindi che “l’intensità della diminuzione è determinata dal repentino calo della fiducia nel comparto dei servizi di mercato, dove il settore del trasporto e magazzinaggio e quello dei servizi turistici registrano forti cadute” mentre gli “unici segnali positivi provengono dal commercio al dettaglio, con i giudizi sulle vendite in lieve miglioramento, e dal comparto delle costruzioni”.

Nel reparto delle costruzioni, “le aspettative sull’occupazione aumentano decisamente”, sottolinea quindi il report aggiungendo come l’indice di fiducia dei consumatori registri una flessione, “seppur più contenuta” rispetto al comparto produttivo, dovuta soprattutto “al peggioramento delle attese sulla situazione economica dell’Italia e sull’andamento della disoccupazione”.

Frenata appare anche nell’ultimo scorcio del 2021 anche la prima economia d’Europa con il Pil tedesco che ha registrato nel quarto trimestre dell’anno una contrazione dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. Il risultato è peggiore delle attese degli analisti che, secondo Bloomberg, avevano previsto una flessione dello 0,3%. Rispetto al quarto trimestre del 2020 l’economia è cresciuta dell’1,4%. Il dato, viene spiegato, è strettamente legato alle misure restrittive dovute alla nuova ondata di contagi da Covid-19 e alla carenza di componente registrata dalle fabbriche. I consumi privati hanno registrato una contrazione, mentre è salita la spesa pubblica.

L’intero 2021 si è chiuso comunque con una crescita dell’economia del 2,8%, rivista leggermente al rialzo rispetto alle precedenti stime.  Condizione quest’ultima che lascia un margine di ottimismo sul dato complessivo italiano per lo scorso anno, saldamente oltre il 6%. Contrastato il dato sulla Spagna che ha visto l’economia crescere nel quarto trimestre del 2% rispetto ai tre mesi precedenti, superando le attese degli analisti con un aumento anno su anno del 5%, inferiore al +6,5% stimato dal governo ma superiore comunque alle previsioni di Ocse e Fmi.

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