Le donne scalano l’olimpo della scienza, sei su undici premi Wolf

Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza.
Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza.

ROMA. – Degli 11 vincitori dei premi Wolf 2022, considerati da molti l’anticamera del Nobel, 6 sono donne: un segnale positivo per la parità di genere nel mondo della ricerca scientifica che proprio oggi viene ricordata con la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite e celebrata anche in Italia da tante iniziative e la partecipazione di tante istituzioni.

“La scienza ha bisogno delle donne, e le donne hanno bisogno della scienza per affrontare i nuovi linguaggi che il futuro le vuole come protagoniste. Oggi celebriamo una giornata per dire alle ragazze che possono davvero trovare nel mondo della scienza lo spazio ideale per poter realizzare i loro sogni e farli diventare realtà”, ha detto da Dubai la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti in visita a Expo 2020 dove anche lì sono in programma eventi incentrati sull’importanza dell’educazione delle ragazze nelle discipline STEM.

Una delle sfide di questi anni, spiega Bonetti, sarà quella di “rimuovere ogni barriera o stereotipo che ancora oggi purtroppo esiste e che induce troppe ragazze a non scegliere le materie scientifiche perché pensano di non essere adatte”.

Pregiudizi e discriminazioni nel mondo della ricerca sono purtroppo comuni in tutto il mondo tanto che a livello globale, sottolinea l’Onu, benché le donne siano il 33,3% dei ricercatori la loro presenza nelle Accademie scientifiche è di appena il 12%.

Un segnale incoraggiante arriva però dall’assegnazione dei nuovi premi Wolf, uno dei maggiori riconoscimenti scientifici a livello mondiale e considerati l’anticamera del Nobel. Degli 11 vincitori di quest’anno ben 6 sono donne, tra queste spicca in particolare l’assegnazione a Anne L’Huillier, ricercatrice dell’Università di Lund in Svezia, a cui è andato il premio per la Fisica (vinto lo scorso anno dall’italiano Giorgio Parisi) dopo ben 44 anni dall’ultima vincitrice femminile. Per la chimica sono state invece premiate Carolyn Bertozzi, dell’università di Stanford e socia straniera dell’Accademia dei Lincei, e Bonnie Bassler, dell’università di Princeton.

Sul tema delle scarse opportunità è intervenuta anche la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, in diretta a Radio Anch’io su Rai Radio 1 che ha spiegato quanto sia rilevante spesso il peso della famiglia. “Per questioni economiche o di opportunità, non sempre le donne possono inseguire le possibilità fuori dalla loro città. Purtroppo, in molti casi, si fanno ancora differenze tra la laurea del maschio e della femmina”, ha detto Messa spiegando così anche l’importanza di misure di sostegno elaborate dal governo quali più borse di studio, in particolare con un ‘bonus’ per le ragazze che scelgono materie STEM, e investimenti in alloggi per fuori sede.

Per garantire pari opportunità, ha aggiunto Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), ospite nello stesso programma, bisogna investire di più in orientamento agli studi, “e lo dobbiamo fare dai primi anni della scuola di secondo grado, è intorno ai 14-15 anni che perdiamo la gran parte dei talenti e perdiamo le opportunità per le studentesse. E’ quello il momento su cui noi dobbiamo incidere per prepararli poi agli studi scientifici”.

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