Giovani: 7 su 10 arrabbiati per pandemia, timori per guerra

(ANSA) – ROMA, 11 MAR – Sette giovani su 10 sono arrabbiati per gli effetti della pandemia e sono molto preoccupati dalla guerra in Ucraina; inoltre 6 su 10 andrebbero dallo psicologo, “se fosse gratis”: sono le principali risultanze del sondaggio ‘La salute mentale dei ragazzi tra pandemia e guerra’, condotto dall’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, Gap, cyberbullismo) in collaborazione con il portale Skuola.net ,che evidenzia l’aumento di casi di rabbia, incapacità di immaginare un futuro, atti di autolesionismo e di autoisolamento. Secondo il sondaggio, realizzato su un campione di 4.935 ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 19 anni, negli ultimi mesi 7 adolescenti su 10 si sentirebbero arrabbiati, con varie gradazioni: dall’abbastanza (il 36%) al molto (il 17%), fino al moltissimo (il 14%). Solo 3 su 10 possono dichiararsi praticamente esenti dall’ira. Inoltre la rabbia dei giovani non è solo verso quanto sta accadendo all’esterno, è anche rivolta contro se stessi: così per il 47% dei giovani intervistati (il 50% tra le ragazze tra i 17 e i 19 anni, il 38% tra i coetanei maschi).

“Due anni di pandemia tra dad, paura dei contagi, incertezze su quello che il futuro avrebbe riservato a familiari, amici, parenti, a cui si aggiungono anche questi ulteriori giorni di tensione a causa di quanto sta succedendo tra Russia e Ucraina: il peso sulle spalle è tanto”, spiega Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. “È preoccupante che il mondo degli adulti ignori quanto sia diffuso il disagio psicologico dei nostri bambini e adolescenti – rileva il direttore di Skuola.net Daniele Grassucci – al punto che circa il 40% dei ragazzi e il 60% delle ragazze coinvolti nella ricerca arrivino ad affermare che nessuno riesca a comprendere il loro stato d’animo. Nell’età della spensieratezza per antonomasia, fa rabbrividire il pensiero che 1 su 3 pensi alla morte come una possibile soluzione ai problemi. Per questo bisogna intervenire il prima possibile, per evitare che le emozioni negative prendano il sopravvento”. (ANSA).

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