Dopo stop Instagram, influencer russi su Vkontakte

Schermo di smartphone con i logo delle app.
Schermo di smartphone con i logo delle app.. (Photo by Olivier DOULIERY / AFP)

ROMA. – Dopo il blocco di Instagram gli influencer russi si trasferiscono sul social media nazionale Vkontakte o su Telegram, ma non senza rimpianti. Nelle ore che hanno preceduto il blocco, scattato a mezzanotte del 14 marzo, i post di addio dei blogger erano increduli e lamentavano la necessità di ricostruire la sfilza di follower e le loro attività commerciali, in un momento in cui l’economia sta lottando sotto le sanzioni occidentali.

“Molti affermano che i blogger riusciranno finalmente a superare la loro dipendenza dai soldi facili – ha affermato all’Afp Alexandra Mitroshina, nota per insegnare agli utenti come monetizzare i follower, lei ne ha 2 milioni – non bisogna dimenticare che metà delle nostre piccole e medie imprese sono legate a Instagram e Whatsapp”.

L’ex star dei reality Olga Buzova, 23 milioni di follower, è tra le più disperate: “In questo momento, sto scrivendo questo post e piango”, poi esorta i suoi follower a unirsi a lei su VKontakte. “Spero non sia vero”, scrive la fashion blogger Karina Nigay, che ha quasi tre milioni di follower. “Telegram è più interessante”, dice sempre all’Afp il pittore 41enne Alexei Garkusha. L’app, nata per essere una chat, ha anche la possibilità di aprire dei canali con contenuti e foto.

In Russia Instagram ha 80 milioni di utenti. Il blocco di Mosca è arrivato dopo che nei giorni scorsi Meta, la società madre, ha allentato le sue norme consentendo anche di incitare la violenza contro gli “invasori russi”. Ma la mossa fa parte dei più ampi sforzi del presidente Putin di controllare Internet e i social media e di depistare il traffico e le discussioni online su piattaforme autarchiche.

Per tutta risposta, dall’inizio del conflitto c’è stato un boom di Vpn, le reti private che mascherano il reale indirizzo internet dell’utente consentendo di scavalcare la censura. Secondo dati forniti dalla società di analisi SensorTower, tra il 24 febbraio, giorno dell’invasione dell’Ucraina, e l’8 marzo sono stati ben 6 milioni i download di queste app, un aumento del 1.500% rispetto alla finestra di 13 giorni precedente l’attacco.

Mentre l’8 marzo Twitter ha lanciato una versione Tor della piattaforma, che ne garantisce la fruizione anche in caso di censura.