Cgie, passaggio del testimonio senza “Plenaria in presenza”

MADRID – Lo ha annunciato, con amarezza, il Segretario Generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, Michele Schiavone: non ci sarà un’ultima Plenaria in presenza. Quello dell’attuale Cgie, quindi, pare sia destinato ad essere un mesto commiato. Potrebbe passare il testimone senza la possibilità di fare un bilancio sul lavoro svolto, almeno non un bilancio circostanziato. Forse non ci sarà neanche un ultimo saluto. Così lo ha deciso l’Avvocatura dello Stato, al considerare che il Cgie è un “organismo esponenziale” del Comites e, di conseguenza, cessa nelle sue funzioni con l’elezione dell’organismo di cui sarebbe espressione. È questa un’interpretazione che, ha commentato Schiavone, i Consiglieri del Cgie non condividono. Il Segretario Generale non ha potuto evitare di confessare la propria delusione e la sensazione, condivisa dai Consiglieri che l’hanno accompagnato in questi sei anni di lavoro, che da parte dell’Amministrazione non ci sia realmente la volontà di ascolto.

L’avvocato Francesco Rossi, che ha rappresentato il Cgie presso l’Avvocatura dello Stato, ha spiegato che “la Dgit, applicando il parere dell’Ufficio giuridico della Farnesina, ha bloccato l’attività in presenza” del Cgie.

Schiavone ha informato che il parere dell’Avvocatura è stato contestato da Rossi. Questi, ha spiegato il Segretario Generale, “ha sottolineato le contraddizioni” e “la confusione tra i ruoli”. Lo stesso Rossi, nel riassumere gli aspetti legali della vicenda, ha chiarito che l’Avvocatura, a suo avviso erroneamente, ritiene che il Cgie sia un “organo esponenziale” dei Comites. Tale criterio sarebbe avallato dalla durata del mandato di Comites e Cgie: cinque anni. Semmai ci fossero dubbi, sostiene ancora l’Avvocatura, questi sarebbero allontanati dal fatto che il Cgie è eletto dai Comites.

Rossi avrebbe spiegato la diversa natura dei due organismi e, inoltre, messo in evidenza che non è requisito essere membro del Comites per candidarsi a Consigliere del Cgie. Argomenti inutili poiché l’Avvocatura è rimasta ferma nella sua decisione: l’attuale Cgie va considerato “in prorogatio”. Comunque, ha ammesso Schiavone, non ci sarebbe stato più tempo per convocare la Plenaria in presenza.

Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti il presidente della V commissione, il giurista Fabrizio Benvignati, che ha fatto presente come nel diritto pubblico, “l’amministrazione ordinaria è l’attività corrente”; quindi, essendo la Plenaria, per il Cgie, un meccanismo ordinario  l’assemblea si sarebbe potuta comunque convocare; Silvana Mangione, vicesegretaria per il paesi dell’area anglofona, che ha ricordato la gestione della “prorogatio” in precedenti occasioni;  Andrea Mantione, che ha suggerito di fare altri passi, qualora fossero utili per ottenere chiarimenti sulla questione; e Franco Dotolo che ha messo in evidenza l’esistenza di “attriti” con la Farnesina.

“Se ci fossero stati migliori rapporti con il Ministero – ha commentato – avremmo potuto convocare la plenaria. Quando un pezzo di Stato si rivolge all’Avvocatura – ha aggiunto -, 9 volte su 10 essa dà ragione allo Stato”.

Per tutti, l’ultima assemblea era un atto dovuto. Schiavone concludendo ha assicurato che l’Assemblea, anche se non “in presenza”, ci sarà.

“Un incontro finale – ha precisato – ci sarà senz’altro, come riconoscimento per l’impegno di tutti i consiglieri nel dare dignità a questo organismo”.

Redazione Madrid

 

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