Monete e potere, focus di Aspenia su guerra delle valute

Una moneta di Bitcoin
Una moneta di Bitcoin. EPA/SASCHA STEINBACH

MILANO. – Il sistema finanziario internazionale è ancora largamente dominato dal dollaro che è il protagonista dell’80% degli attuali scambi internazionali, a cominciare dai contratti petroliferi. Qualcosa però sta cambiando: emerge, infatti, un “multipolarismo” delle monete, che include il fenomeno delle criptovalute.

Se ne parla sul numero 96 ‘Monete e potere’ di Aspenia, che oggi è anche al centro di un panel digitale dal titolo ‘Il futuro della moneta’ a cui partecipano tra gli altri il presidente di Unicredit, Pier Carlo Padoan e il presidente di Aspen Institute Italia ed ex ministro, Giulio Tremonti.

La rivista, diretta da Marta Dassù, nella sua disamina che vede i contributi tra gli altri di Giulio Tremonti, Stefano Cingolani, Carlo Scognamiglio, Erik Jones, Giorgio La Malfa, Giovanni Farese, Paola Subacchi, Ignazio Angeloni, Daniel Gros, Giacomo Luciani, Soli Özel, Giulio Sapelli e Carlo Jean, evidenzia come tra le ipotesi future spicchi quella di un “possibile approdo a un sistema monetario meno omogeneo o addirittura frammentato in aree potenzialmente distinte, più o meno competitive e rivali”.

Un processo, questo, che “potrebbe essere accelerato dall’isolamento finanziario della Russia – con il crollo del rublo e le sanzioni occidentali – e dal rapporto fra Pechino e Mosca, con nuovi contratti energetici non in dollari”. Mentre sul versante opposto, il rapporto euro-dollaro è individuato come “termometro per monitorare quanto l’Occidente, dopo avere ritrovato la Nato, sarà anche capace di gestire la difficile ripresa post-Covid e la delicatissima transizione energetico-industriale”.

Quanto alle criptovalute, “bitcoin e le altre monete digitali sono e “resteranno una parte dell’evoluzione del sistema finanziario e già hanno innescato un cambiamento epocale che influisce sulle scelte delle banche centrali”.