Scricchiolii nella maggioranza sull’onda del ‘caso Pegasus’

Il Presidente del Governo, Pedro Sánchez

MADRID — Aumentano di intensità gli scricchiolii nella maggioranza che sostiene il governo spagnolo, alle prese con il controverso ‘caso Pegasus’. La presunta operazione di spionaggio a politici e attivisti secessionisti è stata motivo di forti malumori tra alcuni dei principali soci del premier Pedro Sánchez, a tal punto da fargli rischiare il tonfo in Parlamento sul decreto-Ucraina, il pacchetto con le misure urgenti contro l’impatto della guerra in corso. E il giorno dopo, dal lato dei gruppi politici che sostengono l’esecutivo arrivano nuovi attacchi che mettono in luce un malcontento non digerito per la gestione della vicenda.

Il partito sinora più duro con Sánchez e i suoi è stato Esquerra Republicana (Er) partito indipendentista catalano con un peso specifico importante nella maggioranza. Oggi, riportano media iberici, la formazione è tornata a chiedere le dimissioni della ministra della Difesa Margarita Robles, additata come responsabile politica del ‘caso Pegasus’ in quanto dal suo dicastero dipendono i servizi segreti spagnoli, che secondo il movimento secessionista avrebbero spiato illegalmente suoi esponenti.

“Se continueranno a non voler indagare, fornire trasparenzae assumere responsabilità politiche”, ha avvertito la portavoce di Erc Mara Vilalta facendo riferimento a Madrid, “significherá che il Partito Socialista e Pedro Sánchez avranno deciso una svolta della legislatura con l’esclusione della maggioranza che ha permesso di formare il governo”.

Alle parole di Vilalta hanno fatto seguito quello della leader di Podemos Ione Belarra, che dell’esecutivo fa parte direttamente come ministra dei Diritti Sociali.

“Devono essere assunte responsabilità politiche”, ha detto nel corso di un’assemblea del suo partito, aggiungengo che “nelle prossime settimane il governo di coalizione deve tornare a dettare il passo della legislatura, deve riarticolarsi urgentemente e ristabilire la fiducia della maggioranza parlamentare”.

Sinora, Sánchez e gli altri socialisti del governo hanno tentato di smarcarsi dal ‘caso Pegasus’ sostenendo che lo Stato e i suoi apparati hanno sempre agito in modo legale, anche per quanto riguarda operazioni di spionaggio (che per legge devono essere autorizzate da un giudice). Inoltre, hanno proposto un’inchiesta interna ai servizi segreti e spinto per l’attivazione di una commissione parlamentare che può avere accesso alle attività dell’intelligence come metodi per chiarire la vicenda. Soluzioni che, per il momento, non hanno placato le critiche degli indipendentisti.

Dopo il secondo voto cruciale in Parlamento in tre mesi in cui il governo ha rischiato il tonfo (il primo fu sulla riforma del lavoro a febbraio), ora le prospettive di solidità dell’esecutivo, che ha come obiettivo completare la legislatura (prevista per fine 2023) si fanno più fosche.

Redazione Madrid

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