Alunni e dirigenti bocciano la Dad: “Troppi disagi”

La protesta degli studenti per la Dad: lezioni in strada di fronte al Palazzo della Regione Lombardia.
La protesta degli studenti per la Dad: lezioni in strada di fronte al Palazzo della Regione Lombardia. ANSA/Mourad Balti Touati

ROMA. – Gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado non hanno trovato convincente la Dad mentre anche i dirigenti scolastici segnalano che l’anno della pandemia, fortemente caratterizzato dalle lezioni a distanza, ha causato una consistente perdita degli apprendimenti.

E’ quanto emerge dall’indagine “Ripartire dalla nuove generazioni”, “Bambini e ragazzi” del 2021, condotta dall’Istat sui ragazzi e ragazze dell’anno scolastico 2020/21. La quasi totalità degli alunni, spiega il report, ha sperimentato periodi di didattica a distanza, ma “il 67,7% preferisce le lezioni in presenza”.

Altri aspetti emersi sono che il distanziamento sociale ha causato un crollo nella frequentazione degli amici (diminuita per il 50,5% degli alunni) e un aumento del ricorso a chat e social media per comunicare (aumentato per il 69,5% dei ragazzi). Una quota non trascurabile di alunni segnala anche un peggioramento della situazione economica della famiglia (29,4%).

E ancora: i ragazzi stranieri hanno sperimentato maggiori difficoltà di accesso alla Dad e più spesso segnalano un peggioramento delle condizioni economiche familiari. “Si deve considerare – scrivono quindi i ricercatori dell’Istat – che l’opinione espressa rispetto alla didattica a distanza è influenzata non solo da aspetti strettamente connessi alla fruizione delle lezioni e all’apprendimento, ma anche ad aspetti legati alla vita sociale e alle relazioni derivanti dal frequentare la scuola.

Tra gli alunni stranieri è anche opinione più diffusa che la didattica a distanza abbia influenzato negativamente i voti dell’anno scolastico 2020/2021 (34,2% degli stranieri contro 25,7% degli italiani). Il 70,2% degli alunni trova inoltre più faticoso seguire le lezioni a distanza, con differenze contenute tra italiani e stranieri”. Particolarmente svantaggiati sono risultati in effetti gli studenti stranieri e quelli delle aree del Mezzogiorno e delle Isole.

“Nell’anno scolastico 2020/2021 – si legge – i ragazzi stranieri hanno utilizzato in misura minore rispetto ai loro coetanei italiani il Pc per seguire la Dad: la quota è del 72,1% contro l’85,3% degli italiani; di conseguenza gli alunni stranieri hanno fatto maggiormente ricorso al cellulare per seguire le lezioni (64,3% contro 53,7%). Considerando coloro che hanno utilizzato un solo strumento, l’uso esclusivo dello smartphone ha riguardato il 16,8% dei ragazzi stranieri contro il 6,8% degli italiani”.

“Svantaggiati rispetto agli strumenti per la didattica a distanza – prosegue il report – sembrano anche gli studenti del Mezzogiorno rispetto a quelli del Centro-nord. Nel Sud e nelle Isole la quota di coloro che si sono collegati utilizzando tra gli strumenti anche il Pc è dell’ 80,1% contro l’84,8% del Centro, l’85,8% del Nord-ovest e l’89,9% del Nord-est. Più svantaggiati di tutti sono gli stranieri che frequentano le scuole nel Mezzogiorno: nel 61,5% dei casi hanno potuto utilizzare anche il Pc, una quota decisamente più bassa rispetto a quelli che vivono nel Nord-est (78%), nel Nord-ovest (73%) e al Centro (70,5%)”.

La maggior parte dei dirigenti scolastici, infine, “ritiene che lo ‘shock’ nella vita scolastica e quotidiana dei ragazzi a seguito della pandemia abbia penalizzato l’apprendimento: il 63,4% solo di alcuni studenti, il 29,8% ritiene che tutti gli studenti siano stati penalizzati e solo il 6,7% pensa che la pandemia non abbia avuto effetti negativi sull’apprendimento”.

(di Nina Fabrizio/ANSA)

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