Caso Pegasus, il CNI ha avuto l’ok della giustizia per sorvegliare “una ventina” di indipendentisti

Caso Pegasus, il CNI ha avuto l’ok della giustizia per sorvegliare “una ventina” di indipendentisti

La capa dei servizi segreti mostra autorizzazioni giudiziarie in una commissione parlamentare a porte chiuse

MADRID — Intercettati con l’ok di un giudice. Ê questa la versione dei fatti sostenuta dalla capa dei servizi segreti spagnoli, Paz Esteban, sul caso di presunto spionaggio con il software Pegasus a indipendentisti catalani che agita da giorni la politica iberica. Spiegazioni date a porte chiuse in una commissione parlamentare convocata per far luce su un possibile ruolo dell’intelligence in questa vicenda.

Secondo quanto affermato dalla direttrice del Centro Nazionale dell’Intelligence (CNI), che avrebbe mostrato documenti ufficiali, le autorizzazioni giudiziarie per sorvegliare persone associate al mondo secessionista riguarderebbe solo una ventina di persone, molte meno delle oltre 60 presunte vittime di Pegasus denunciate dal gruppo di ricercatori canadese Citizen Lab. Tra gli intercettati legalmente, riportano diverse tra le principali testate spagnole, ci sarebbe anche l’attuale presidente regionale catalano Pere Aragonès, che proprio ieri ha rinfacciato al premier Pedro Sánchez di non essere sufficientemente trasparente sul caso e ha accusato il governo centrale di “minare”, in questo modo, il dialogo con la propria regione.

Riguardo agli altri casi di spionaggio sospetti, Esteban avrebbe preso le distanze, affermando che il CNI non c’entra nulla.

La versione dei fatti fornita dalla capa dell’intelligence non ha soddisfatto le richieste di chiarimenti dei partiti indipendentisti, di solito alleati parlamentari del governo, ma ormai da quasi due settimane sul piede di guerra con Madrid. Gabriel Rufián, portavoce del partito secessionista catalano Esquerra Republicana (lo stesso di Aragonès), ha insistito sulla necessità di creare una “commissione d’inchiesta ad ok sul caso”, aggiungendo che la sua “interpretazione” sui casi di spionaggio non autorizzati è che siano opera di un Paese straniero o di elementi dello Stato fuori controllo. Mentre dalla CUP, formazione secessionista catalana radicale, arrivano richieste di “declassificare” documenti riservati. Da parte sua, Podemos, che fa parte del governo, ha chiesto di nuovo che il governo assuma “responsabilità politiche”.

Intanto, il giudice dell’Audiencia Nacional responsabile di indagare sul possibile spionaggio con Pegasus al premier Pedro Sánchez e alla ministra della Difesa Margarita Robles, i cui telefoni — secondo il governo stesso — vennero infettati nel 2021 dal malware Pegasus, ha decretato il segreto investigativo sull’inchiesta per almeno un mese. L’obiettivo del magistrato, ha spiegato il tribunale, è di “impedire una situazione che possa compromettere gravemente l’esito dell’indagine”, visto che in essa potrebbero essere esaminate “informazioni sensibili” che possono essere considerate “giuridicamente classificate” o “compromettere gravemente la sicurezza dello Stato”.

Inoltre, il giudice ha offerto a Sánchez e Robles la possibilità di dichiararsi parti lese nel caso.

Redazione Madrid

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