Draghi prepara il viaggio in Usa. Kiev in stand by

Palazzo Chigi, 29/10/2021 - Il Presidente del Consiglio Mario Draghi con il Presidente degli Stati Uniti d’America, Joseph R. Biden
Palazzo Chigi, 29/10/2021 - Il Presidente del Consiglio Mario Draghi con il Presidente degli Stati Uniti d’America, Joseph R. Biden. (Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – La missione a Washington e gli appuntamenti europei. L’agenda di Mario Draghi – tra alcune date già cerchiate in rosso e altre ancora tutte da definire -fotografa bene l’impegno a tutto campo del premier sul fronte internazionale, tra le sanzioni a Mosca, l’impegno sul fronte diplomatico e il fermo appoggio all’Ucraina e al suo presidente, Zelensky.

“L’Ucraina merita tutto il supporto che possiamo. L’Italia continuerà a fare la sua parte”, promette il presidente del Consiglio annunciando l’aumento dei fondi a sostegno dei profughi a oltre 800 milioni. Intanto, Enrico Letta rivela che i presidenti o primi ministri di cinque Paesi europei (Italia, Germania, Francia, Spagna e Polonia) starebbero valutando una missione comune a Kiev, “un segno di leadership” e “la dimostrazione che non c’è alcuna subalternità agli Stati Uniti”, afferma il dem in un’intervista.

Ma Palazzo Chigi spiega che l’unica tappa all’orizzonte, al momento, è quella del 10 maggio negli States e che per ora non esiste altro.Non sono state prese in cosiderazione le ipotesi di una missione con altri leader Ue in Ucraina. L’eventuale missione a Kiev, su cui c’è sempre stato il più stretto riserbo, è in stand by. E i collaboratori del premier non danno riscontri su una possibile videoconferenza il 9 maggio tra Zelensky e i leader dei Paesi alleati. Mai esistita questa possibilità, si chiarisce in ambienti di governo.

La missione a cui si guarda ora è quella della prossima settimana alla Casa Bianca, dove il capo del governo verrà ricevuto dal presidente Joe Biden. Un momento in cui nel vecchio Continente si sta elborando un “fine tuning” con le altre istituzioni internazionali con l’obiettivo,sempre dichiarato da parte di Roma, di riaffermare, senza dubbi, la linea atlantista del governo guidato da Draghi. Che parallelamente spinge per affermare un’identità europea nell’approccio al conflitto: compatta sulle sanzioni alla Russia e, contemporaneamente decisa a perseguire la pace e “un cessate il fuoco” immediato che dia nuova linfa ai negoziati, alla diplomazia che non si è mai fermata.

L’energia è l’altro grande dossier da affrontare tanto a livello comunitario, quanto nazionale. Per questo in giornata si è tenuto un incontro a Palazzo Chigi tra Draghi, il ministro Roberto Cingolani e l’ad di Eni, Claudio Descalzi: sul tavolo le tappe di affrancamento dell’Italia dal gas russo.

L’incontro a Washington, attesissimo, arriva in un momento di forte pressing interno dei partiti sul posizionamento internazionale dell’Italia, con il M5s sulle barricate per le armi a Kiev e la Lega che chiede a Draghi di farsi promotore di un riavvicinamento tra Usa e Russia.

Matteo Salvini, al termine di un incontro con il premier, dice di aver parlato con lui “di pace, non di armi e non di bombe. Se Draghi riferirà al Parlamento? Quando tornerà dagli Usa sarà interessante capire quale progetto di pace c’è a Washington. Spero che nessuno abbia interesse a continuare per mesi la guerra”, risponde il leader leghista, che in giornata vede anche l’ambasciatore turco.

L’Italia, come ha spiegato di recente il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, continua anche a sostenere gli sforzi di Ankara nella “facilitazione di un negoziato”. Ma le variabili in campo sono molteplici, gli attacchi missilistici nucleari simulati da Mosca nell’enclave di Kaliningrad, al confine con l’Ue, non fanno che arroventare il clima. In Ucraina, nel frattempo, arriva una delegazione di parlamentari provenienti da 7 Paesi europei e dal Canada con l’obiettivo di portare la solidarietà internazionale a Kiev e accendere un faro sui crimini di guerra. Per l’Italia ci sono il radicale Riccardo Magi e la dem Lia Quartapelle.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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