Cura dei dettagli, sportività e passione: ecco la ricetta dei campioni azzurri della scherma

L'Ambasciatore Guariglia con gli atleti azzurri
L’Ambasciatore Riccardo Guariglia

MADRID — Curare nei dettagli le proprie abitudini quotidiane, a cominciare dalla dieta. Perché è anche da come ci si alimenta che dipende l’essere fisicamente e mentalmente al top per vincere medaglie. E poi, non dimenticare mai quegli insegnamenti trasmessi da una vita di gare, allenamenti e sacrifici, di vittorie e di sconfitte, insieme a compagni, avversari, allenatori e arbitri incontrati sul cammino.

È questa la ricetta seguita da alcuni dei protagonisti della scherma di oggiogiorno, come l’argento olimpico azzuro Luca Curatoli o l’atleta della Nazionale spagnola (nonché nutrizionista) Inés García. Chiavi condivise ieri in prima persona, nel corso di un incontro tenutosi in una delle sale del nostro consolato a Madrid, in occasione di una trasferta della squadra italiana maschile di sciabola, che fino a domenica sarà impegnata in gare della Coppa del Mondo. E che, in un dialogo che ha coinvolto anche il CT della Nazionale di sciabola Nicola Zanotti e il medico degli azzurri Luca Pulcini, hanno permesso anche di mettere in luce come questo sport che da sempre ha dato grandi soddisfazioni all’Italia sia evoluto nel tempo.

“Sicuramente i tempi sono molto cambiati”, ha raccontato per esempio Curatoli, che ha iniziato a praticare la scherma a 6 anni e quest’anno, a 27, si è piazzato secondo con la sua squadra alle Olimpiadi Tokyo 2020 nella categoria della sciabola. Uno degli aspetti messi in luce, è proprio la sempre maggior attenzione alla cura di come si alimentano gli atleti, cercando di sfruttare le virtù della dieta mediterranea.

“All’inizio non è stato facile – ha ammesso il campione azzurro -, ma devo dire che i benefici si sono visti subito”.

Più “energia” e maggior capacità di “recupero” sono alcuni dei vantaggi che ha notato Curatoli. Parole che sono arrivate a conferma di quanto affermato poco prima dal CT Zanotti, che ha raccontato come la “cultura alimentare” nel mondo della scherma sia “cresciuta” nel tempo, assicurando che i ragazzi della Nazionale che allena adesso siano dei “veri professionisti”.

Ma aspetti di questo tipo — ha aggiunto il tecnico azzurri, in un confronto mediato dal giornalista Filippo Maria Ricci, corrispondente della Gazzetta dello Sport a Madrid — non vanno slegati dall’osservanza di comportamenti che riflettono quei valori sportivi decisivi per far sì che sin da bambini ci si possa appassionare a questa disciplina: a partire da gesti concreti, come, ad esempio, il saluto ad avversari e arbitri prima di ogni duello come segno di “rispetto” nei loro confronti. Perché poi questi insegnamenti appresi in pedana, ha detto da parte sua Curatoli, sono di quelli applicabili anche “alla vita in generale”. Esperienze “vitali”, come, per esempio, l’incontro con “persone di altri Paesi”, che secondo la collega García “non tutti” hanno l’opportunità di vivere.

Al confronto hanno assistito sia gli altri 11 azzurri convocati per le gare del weekend, tra cui un altro argento olimpico, Luca Samele, sia rappresentanti istituzionali del loro sport, come il presidente onorario della Federazione Italiana Scherma Giorgio Scarso e rappresentanti della Federscherma spagnola. Presente anche l’ambasciatore d’Italia in Spagna, Riccardo Guariglia, che ha fatto l’in bocca al lupo agli atleti impegnati a Madrid e messo in risalto “la lunghissima tradizione italiana” nella scherma.

L’evento di ieri è inserito nell’ambito dell’iniziativa “La bellezza in un gesto”, frutto di una collaborazione tra il Ministero degli Affari Esteri e la Federazione Italiana Scherma. In parallelo, un’altra iniziativa di questo genere si è tenuta ad Hammamet, in Tunisia, dove si è recata la squadra azzura di sciabola femminile. In entrambi i casi, sono anche stati esibiti alcuni dei migliori scatti di Augusto Bizzi, fotografo ufficiale della Federscherma italiana.

Francesco Rodella/Redazione Madrid

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