Entro il 2026 l’anno più caldo, temperatura piú1,5 gradi

Una persona si rinfresca dal caldo nella fontana di piazza del Popolo, mentre prosegue l'ondata di calore con 12 città ancora sotto scacco dell'afa ma l'allerta maltempo al nord ha provocato gravi danni in Piemonte, Roma, 03 agosto 2020. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA.  – Aumentano le probabilità, ora al 50%, che entro il 2026 la Terra si riscaldi ancora di più e raggiunga la soglia critica di +1,5 gradi centigradi rispetto al livello preindustriale, un limite indicato dall’Accordo di Parigi del 2015 da non superare (la soglia massima ma da evitare è +2 gradi) entro la fine del secolo per scongiurare di mandare il Pianeta su una traiettoria pericolosa fatta di evento meteorologici estremi.

Un alert arrivato dagli scienziati dell’Onu nel 2018 con la soluzione: ridurre le emissioni globali di gas serra provocate dalle attività umane.

É invece altissima, del 93%, la probabilità che entro il 2026 ci sarà l’anno più caldo di sempre, anche del 2016, quando ci fu El Nino (un fenomeno climatico periodico che riscalda molto le acque del Pacifico Centro-Meridionale e Orientale).

A queste conclusioni è arrivato il Wmo (World meteorological organization), l’Organizzazione meteorologica mondiale che fa capo all’Onu, sulla base dell’aggiornamento climatico globale annuale e decennale, prodotto dal servizio meteorologico del Regno Unito – Met Office, il centro leader per le previsioni dell’Omm. Secondo gli studiosi, anche la temperatura media dei prossimi cinque anni sarà superiore a quella degli ultimi 5 anni.

Se fino al 2015 si pensava che fino al 2020 non si sarebbe raggiunto +1,5 gradi di riscaldamento globale, la probabilità è salita al 40% l’anno scorso, quando la temperatura media globale ha registrato +1,1 gradi. Non intervenendo in maniera massiccia con il taglio dei gas serra, l’aggiornamento al rialzo è quasi certo.

“Il dato 1,5 gradi è un indicatore del punto in cui gli impatti climatici diventeranno sempre più dannosi per le persone e per il pianeta”, rileva il segretario generale dell’Omm, Petteri Taalas avvertendo che “finché continueremo a emettere gas serra, le temperature continueranno a salire, gli oceani continueranno a diventare più caldi e più acidi, il ghiaccio marino e i ghiacciai a sciogliersi, il livello del mare a salire e il nostro clima diventerà più estremo. Il riscaldamento dell’Artico è elevato in modo sproporzionato e riguarda tutti noi”.

Leon Hermanson, del Met Office, che ha condotto il rapporto, spiega che “un solo anno di superamento della soglia di 1,5 gradi rivela che ci stiamo avvicinando sempre più a una situazione in cui il superamento di 1,5 gradi potrebbe durare per un periodo prolungato”.

Tuttavia la sensibilità nel mondo verso il clima è salita molto. La Banca d’Italia dal 2019 ha cominciato a seguire anche criteri di sostenibilità nei suoi investimenti per 210 miliardi non legati alle politiche monetarie, portando l’anno scorso a un taglio del 24% di Co2 degli investimenti in azioni dell’area euro, del 21% del consumo di elettricità, del 14% del consumo di acqua e del 28% della produzione di rifiuti, secondo il primo “Rapporto sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici”, diffuso oggi.

(di Stefania De Francesco/ANSA)